![foto](/statics/36/volante---113.jpg?art=1&lang=it)
La Polizia di Stato, a seguito di una rapida ed efficace attività dâindagine, il 3 novembre scorso ha segnalato allâAutorità giudiziaria un cittadino cinese, regolarmente soggiornante sul territorio, perché resosi responsabile di resistenza e ricettazione di unâautomobile rubata a Milano, nel giugno scorso, in danno di una società che noleggia autovetture.
Più nello specifico, nel tardo pomeriggio del 2 novembre, una pattuglia della Sezione Antidroga della Squadra mobile, mentre svolgeva un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti a Vercelli, alle ore 18:40 circa, transitando in una via del centro, notava uscire dal cortile posteriore di un palazzo, una Fiat 500 di colore rosso.
La macchina destava dei sospetti e quindi la pattuglia decideva di porsi a tergo dellâautovettura in argomento, così da controllare il conducente. Nel frattempo, si comunicava la targa del mezzo alla centrale operativa affinché lâoperatore in servizio effettuasse un controllo preliminare, per consentire allâequipaggio di conoscere meglio il proprietario dellâauto. Dopo pochi secondi, si riceveva lâesito: lâautovettura era compendio di furto a Milano, ai danni di una ditta di noleggio auto. Atteso ciò, gli operatori, in attesa di un equipaggio della Squadra Volante in supporto, tallonavano lâauto rubata, cercando di non perderla di vista, dato il notevole afflusso di traffico. Nella circostanza, il guidatore, facendo presupporre di essersi accorto della presenza di poliziotti, ad un certo punto, accelerava la marcia, effettuando alcuni sorpassi azzardati. Gli operatori, notando ciò, seguivano la 500, con lampeggiante e sirene accese, in modo da poter fermare il conducente, a bordo di auto rubata e particolarmente azzardato alla guida. Durante queste concitate fasi dellâinseguimento, una volta giunti allâimpianto semaforico di Via Torino - intersezione con Via Sabotino -, la pattuglia affiancava lâautovettura Fiat 500 e uno degli operatori, intimava al conducente di fermarsi, tramite la paletta segnaletica in dotazione alla Polizia di Stato. Per tutta risposta lâindividuo, di chiare origini cinesi, compiva una manovra elusiva, sorpassando sul lato destro lâautovettura che lo precedeva e quindi attraversando lâintersezione stradale, mentre il semaforo emanava luce rossa dâarresto, creando un serio pericolo per la circolazione, e riuscendo ad indirizzarsi velocemente in Via Torino, verso il centro commerciale âCarrefourâ. Anche gli operatori, con la sirena accesa ed il lampeggiante in funzione, oltrepassavano il predetto incrocio allâinseguimento della Fiat 500 rossa che in quel momento si trovava ad una ventina di metri di distanza.
Il ragazzo cinese, realizzando oramai di non riuscire ad eludere lâinseguimento, si dirigeva nel piazzale del distributore di carburante âErgâ poco distante, accedendovi in controsenso. Quindi abbandonava lâautomezzo, scendendo e dandosi alla fuga in direzione di Via Bertinetti. Giungevano, intanto, due equipaggi della Squadra Volante della Polizia di Stato, che effettuavano le ricerche del soggetto con esito negativo, mentre gli operatori della squadra mobile procedevano a recuperare la Fiat 500 che aveva le chiavi dâaccensione inserite nel cruscotto.
Lâautomezzo in questione, una volta in Questura, veniva ispezionato con cura al fine di rinvenire elementi o tracce utili per il rintraccio del ragazzo cinese. Allâinterno, non vi era alcun elemento utile per le indagini se non il telecomando con la chiave dâaccensione dellâautomezzo, a cui era apposto un mazzo di chiavi. Tuttavia, presupponendo che il soggetto alla guida dellâautovettura abitasse nella palazzina da dove era uscita la Fiat 500, gli operatori, il giorno successivo, si recavano sul posto e, acquisendo informazioni da alcuni residenti, emergeva che al secondo piano dello stabile, abitava una famiglia cinese, composta da due coniugi e due figli, che si spostavano abitualmente a bordo di unâautovettura Fiat 500 di colore rosso.
In virtù di ciò, i poliziotti si recavano al secondo piano dello stabile e una volta individuata la porta dellâabitazione con il relativo cognome sul campanello, non riscontravano la presenza allâinterno di alcuna persona.
Tornati in ufficio gli operatori effettuavano una serie di accertamenti per giungere alla completa identificazione del fuggitivo e tramite anche la fotografia apposta sul permesso di soggiorno si riconosceva in pieno il soggetto che il giorno prima si era dato alla fuga.: M J., classe 77, residente a Vercelli, con precedenti per reati contro la persona. Dopodiché i poliziotti della Squadra Mobile, non riuscendo a contattarlo, tramite la moglie, gli facevano arrivare la notizia che era ricercato. Così, spontaneamente, nel pomeriggio, messo oramai alle strette, anche con la famiglia, si presentava negli uffici di via San Cristoforo, e veniva indagato in stato di libertà in ordine ai reati di ricettazione e di resistenza. Intanto si provvedeva a restituire lâautovettura alla ditta milanese derubata della 500.