Operazione congiunta S.C.O. , con Squadre Mobili Verbania e Torino
L'azione trae origine dall'attività info-investigativa costantemente disimpegnata dalla Squadra Mobile di Verbania di concerto con le agenzie della Polizia Giudiziaria Federale Svizzera, circa la presenza di nuclei di soggetti affini alla criminalità organizzata di matrice calabrese, operanti tra la Provincia del Verbano Cusio Ossola ed i cantoni elvetici del Vallese e del Ticino. La presenza, stanziale e occasionale, nei limitrofi cantoni, di individui già coinvolti in inchieste di Criminalità Organizzata è da anni oggetto di monitoraggio transnazionale nonché occasione e motivo di proficui scambi info-investigativi tra gli uffici investigativi della Polizia di Stato e i collaterali organi elvetici. Proprio in tale contesto sono emersi elementi tangibili, già dal 2013, che attestavano la presenza di individui sfuggiti alle catture emesse nell'ambito dell'operazione EL DORADO, importante attività d'indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che ha smantellato la struttura di 'ndrangheta attiva nel borgo montano di Condofuri, meglio individuata come Locale di Gallicianò. Nella fattispecie le investigazioni si sono sviluppate attorno al patrimonio informativo della Squadra Mobile verbanese, supportata dai colleghi della Sezione Criminalità Organizzata di Torino e dagli uomini del Servizio Centrale Operativo, in virtù del quale erano già state individuate tracce del "contagio" nella comunità calabrese locale, all'interno della quale è nota la massiccia presenza di soggetti originari del citato centro grecanico della provincia di Reggio Calabria, la cui peculiarità, emersa nell'ambito di precedenti inchieste di C.O., è di annoverare ben tre Locali di 'ndrangheta (Locale di San Carlo di Marina di Condofuri e di Gallicianò). Così tornavano di attualità le informazioni carpite nel corso degli scambi intercorsi con gli inquirenti Fedpol, a seguito dei quali emergeva un humus diffuso tra l'Ossola e il Vallese in cui cellule di 'ndrangheta ormai radicate opererebbero per conto delle cosche madri. Proprio nei distretti di Visp e di Brig, erano stati rintracciati i componenti del gruppo famigliare dei NUCERA ossatura centrale della struttura criminale condofurese le cui caratteristiche riconosciute erano il controllo del territorio da parte degli affiliati, disciplinata da precise delimitazioni geografiche e rispettive competenze ripartite tra gli altri rami dell'organizzazione. Il sodalizio aveva impiantato un sistema di riciclaggio di denaro sporco che partendo dalla Calabria, passava per il Lazio attraverso alcune ditte e ritornava in provincia di Reggio Calabria. Già nel 2011, la PJF di Losanna, comunicava ai colleghi italiani che NUCERA Antonio (classe '55) aveva aperto diversi rapporti bancari con istituti di credito elvetici, tracciati come sospetti dalle istituzioni antiriciclaggio della Confederazione ; questo soggetto ritenuto a capo della compagine criminale condofurese, pluripregiudicato, era già destinatario di provvedimenti coercitivi, emessi dall'Autorità Giudiziaria reggina poiché membro attivo della 'ndrangheta calabrese, avente tra l'altro il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, partecipare alle riunioni ed eseguire le direttive dei vertici della società e dell'associazione, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio. Nel corso delle indagini, è stata tracciata la presenza nell'Oberwallis, di altri affiliati al sodalizio criminale oltre a NUCERA Antonio (capo), i nipoti NUCERA Francesco (classe '81), NUCERA Raffaele (classe '73) e NUCERA Bruno (classe '58 marito di una nipote), tutti all'epoca ricercati e latitanti sul territorio svizzero, con loro altri sodali e affini che negli anni hanno colonizzato la regione altovallesana. Proprio lo scorso 30 marzo uno dei catturandi, Raffaele NUCERA, grazie all'attività tecnica disimpegnata dalla Squadra Mobile verbanese veniva tratto in arresto in Calabria con la collaborazione dei colleghi del Commissariato di P.S. di Condofuri e dell'omologo ufficio reggino. Nell'occasione il PM distrettuale di Reggio Calabria, sulla della condanna, aveva avanzato richiesta di applicazione della misura coercitiva a carico del NUCERA, nei cui confronti il titolo custodiale emesso dal GIP era stato sospeso dal Tribunale della Libertà. Il competente GUP di Reggio Calabria, su apposita istanza della Procura, rivisitata la sentenza di condanna, aveva ritenuto ancora esistenti le esigenze cautelari, imponendo l'emissione del provvedimento in argomento. Dopo un complesso iter giudiziario, sempre assistito da attività info-investigativa, nelle prime ore di martedì 8 marzo 2016, un articolato complesso di uomini e mezzi delle polizia svizzera e italiana coordinati dal Ministero Pubblico della Confederazione e dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria, hanno proceduto alle catture dei latitanti. L'importanza dell'operazione è testimoniata dall'ingente impiego di uomini e mezzi messi in campo per l'esecuzione delle operazioni. Per la polizia svizzera : operatori della Police Judiciaire Fédérale (PJF) de l'Office Fédéral de la Police (fedpol) di Losanna, Gruppi d'Intervento Speciale (GIS), uomini della Police Judiciaire e unità cinofile delle Polizie Cantonali del Vallese, Vaud e Losanna; per la Polizia italiana operatori delle Sezioni Criminalità Organizzata delle Squadre Mobili di Verbania e Torino, Ufficiali Interpol e uomini del Servizio Centrale Operativo. Nel contesto degli arresti sono state effettuate perquisizioni presso le località interessate dalla presenza degli affiliati in Visp (VS), Stalden (VS) e Saas Grund (VS), all'esito delle quali è stato sottoposto a sequestro diverso materiale informatico e telematico attestante il contesto rappresentato nonché un dispositivo immobilizzante tipo Taser.Operazione Nucleo : Polizia di Stato arresta due latitanti in Svizzera
12/03/2016