Gli agenti della Polizia di Frontiera dell’aeroporto Marco Polo di Venezia nella giornata del 13 u.s. hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un cittadino straniero per il reato di possesso di documenti di identità falsi. Invero, l’uomo è risultato essere in possesso di un passaporto di un altro Stato rispetto a quello di cui è cittadino.
L’uomo si presentava al controllo passaporti degli arrivi Extra Schengen, esibendo a titolo identificativo personale, un passaporto ordinario, munito di visto di ingresso rilasciato dal Belgio e precedenti timbri di ingresso in quel paese. Dall’attento esame dei documenti, sia visivo che strumentale, svolto dai poliziotti appositamente formati per il contrasto al falso documentale, si è potuto appurare come la foto dell’effettivo titolare del passaporto fosse in realtà stata sostituita con quella del reo che si presentava davanti a loro. Per lui sono scattate le manette per possesso e fabbricazione di documenti falsi, per la contraffazione delle impronte di timbro oltre che per la violazione delle normative del Testo Unico Immigrazione, atteso che è risultato alterato anche il visto di ingresso in area Schengen.
Lo straniero per i fatti citati, è stato condannato nella giornata successiva, dal Tribunale di Venezia, ad un anno e quattro mesi di reclusione.
Tale attività si aggiunge agli 11 arresti d’iniziativa effettuati dalla Polizia di Frontiera Aerea di Venezia, presso lo scalo Marco Polo, interessato nei mesi estivi da un traffico di oltre i 4.000.000 di passeggeri in transito. A questi arresti si aggiungano 12 denunce in stato di libertà sempre per reati inerenti il falso documentale, per condotte pericolose poste in essere all’interno dello scalo e immediatamente interrotte dagli operatori di Polizia, oltre che 9 arresti in esecuzione di provvedimenti dell’autorità giudiziaria per soggetti che avevano pene da scontare o sottoposizione a misure cautelari, per reati nell’ambito sessuale, contro la persona oltre che per reati contro il patrimonio.
Grande importanza è stata data al contrasto all’immigrazione irregolare, attraverso l’attività di respingimento in frontiera degli stranieri che non avevano i requisiti di accesso in area Schengen.
È stato inibito l’ingresso sul territorio nazionale a 64 cittadini stranieri per mancanza dei requisiti: in particolare perché sprovvisti di documento di viaggio o visto validi, oltre che per non aver fornito all’intervista di frontiera garanzie circa le condizioni e scopo del soggiorno oppure la disponibilità di mezzi idonei per il rientro nel paese d’origine. Ulteriore motivazione di respingimento per 6 stranieri è stata la non ammissibilità in area Schengen, sulla base di provvedimenti emessi dagli Stati Europei, in particolare per motivazioni riguardanti la sicurezza nazionale o la violazione di normative in materia di immigrazione.