La Polizia di Stato di Venezia, grazie all’incessante attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti in città posta in essere dagli uomini del Commissariato di P.S. di Mestre, ha messo a segno il primo arresto dell’anno.
Nella giornata di ieri, giovedì 6 gennaio, è stato condotto in carcere un cittadino tunisino trovato in possesso di circa 17 grammi di sostanza stupefacente pronta per essere spacciata.
Il soggetto, già noto agli investigatori per i suoi numerosi precedenti in materia di spaccio, è stato individuato dagli agenti del Commissariato dopo una serie di appostamenti in zona Bissuola.
I poliziotti del Commissariato di Mestre, nel corso di uno di questi appostamenti, hanno infine notato l’uomo chinarsi lungo l’argine di un canale e rovistare tra l’erba. In seguito lo stesso si è allontanato per poi incontrarsi con un acquirente. A quel punto gli agenti sono prontamente intervenuti fermando il soggetto.
A seguito di perquisizione, oltre a denaro in contante, sono state rinvenute, nascoste tra gli indumenti del cittadino, 8 dosi già confezionate di sostanza di tipo eroina, pari a circa 17 grammi, pronta per essere spacciata.
L’uomo è stato arrestato e condotto in carcere interrompendo l’ennesima attività di spaccio e contribuendo, ancora una volta, a contrastare con efficacia tale fenomeno nell’ambito del territorio della terraferma di Venezia.
Sul fronte dei reati contro il patrimonio, invece, gli investigatori del Commissariato di Mestre hanno duramente lavorato nell’ultimo mese e mezzo riuscendo ad individuare un gruppo di rapinatori che imperversavano a Mestre in zona Stazione e lungo Corso del Popolo e che stavano creando non pochi disagi a residenti e viaggiatori di passaggio.
In quest’ultimo periodo, infatti, si era registrata un’impennata di reati predatori commessi da soggetti che, in modo spregiudicato, talvolta armati di taglierini o altri oggetti taglienti, aggredivano i passanti anche con il solo scopo di raggranellare pochi spiccioli.
Gli agenti, grazie ad una non facile indagine, sono riusciti ad individuare ben 8 soggetti dediti a questa attività, mentre altri episodi sono tuttora al vaglio degli inquirenti.
Tutti i rapinatori, apparentemente senza punti di contatto tra di loro, agivano con lo stesso modus operandi, ovvero avvicinavano le vittime con una scusa per poi sottrargli, con la forza o con le minacce, il telefono cellulare o piccole somme di denaro, per poi darsi alla fuga.