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Questura di Venezia e Questura di Treviso in sinergia contro il terrorismo: espulso un cittadino albanese pericoloso per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica

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Nella giornata di ieri, la DIGOS Distrettuale di Venezia in collaborazione con la DIGOS e con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Treviso, ha eseguito l’espulsione emessa dal Prefetto di Treviso a carico del cittadino albanese SARACI Florian, ritenuto pericoloso per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. In data 07/02/2019 con sentenza n. 63/19, il Tribunale di Treviso ha condannato infatti il cittadino straniero alla pena della reclusione di anni uno per il reato di atti persecutori di cui all’art. 612 bis c.p.. La sentenza è stata confermata anche dalla Corte d’Appello di Venezia lo scorso novembre.

Lo straniero era stato “seguito” dalla DIGOS lagunare fin dal 2017 quando, nell’ambito della consueta attività di monitoraggio informativo svolta anche nei confronti delle associazioni di stranieri nella provincia di Venezia ed in quelle limitrofe, era emerso il sospetto che il soggetto avesse posto in essere un processo di radicalizzazione; ipotesi peraltro supportata da un’importante trasformazione fisica posta in essere rispetto al periodo nel quale era arrivato in Italia: l’uomo, infatti, aveva lasciato crescere una folta barba, tratto comune della religione salafita.

L’attività info-investigativa della DIGOS di Venezia ha permesso di riscontrare che, parallelamente ad un cambiamento caratteriale, SARACI aveva mostrato anche una progressiva regressione nei rapporti interpersonali di lavoro, evitando in particolare di relazionarsi con le colleghe se non obbligato, fino ad arrivare a rassegnare le dimissioni nel marzo 2018.

Anche sul piano familiare i rapporti si presentavano molto tesi, al punto che la moglie aveva denunciato l’uomo per il reato di atti persecutori. Il G.I.P. del Tribunale di Treviso aveva in tale occasione disposto la misura della custodia cautelare in carcere per il reato di atti persecutori, con un’ordinanza eseguita nell’agosto 2018 dal personale della Squadra Mobile di Treviso cui ha fatto seguito la sentenza di condanna di cui sopra. La ragione dei litigi, peraltro, risultava essere proprio la fede religiosa dell’uomo, che costringeva la moglie a frequentare la moschea e ad indossare solo abiti da lui ritenuti adeguati alla religione islamica.

Considerato tutto ciò, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Treviso, su impulso della DIGOS lagunare e di concerto con la DIGOS di Treviso, all’esito di una complessa e articolata attività istruttoria, ha proposto al Prefetto di Treviso l’adozione nei confronti del cittadino albanese di un provvedimento di espulsione dal territorio dello Stato ai sensi dell’art. 13, comma 2, lett. c) del T.U. Immigrazione. Per le medesime ragioni il Questore di Treviso ha contestualmente adottato il provvedimento di revoca del permesso di soggiorno di lungo periodo di cui il cittadino albanese era titolare.

In esecuzione del provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Treviso, il cittadino straniero è stato imbarcato sul volo aereo diretto a Tirana, ieri sera alle 22.00, con scorta della Polizia di Stato.


05/12/2019

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