Gli agenti del Commissariato di Busto Arsizio hanno denunciato un falsario seriale
Un documento grossolanamente falso presentato da uno straniero che chiedeva il rinnovo del permesso di soggiorno ha consentito alla squadra investigativa del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio di individuare un falsario seriale e scoprire una centrale per la contraffazione a Milano.
Il tutto ha avuto inizio alcuni mesi fa quando un cittadino egiziano si è presentato all'ufficio immigrazione del Commissariato di via Candiani per depositare la documentazione a sostegno della domanda di rinnovo.
Ai poliziotti non poteva sfuggire che il timbro del Commissariato impresso sulla dichiarazione di ospitalità, pur molto simile a quello autentico, aveva l'unica ma determinante differenza di essere l'intestato a un'inesistente "Questura di Busto Arsizio".
Successivamente, tra l'altro, i poliziotti hanno verificato, recandosi all'indirizzo di Busto ove lo straniero sarebbe stato ospitato, che il suo anfitrione italiano era sconosciuto e che la stessa casa era disabitata da tempo. Anche la documentazione che attestava l'esistenza di un rapporto di lavoro domestico tra l'egiziano ed un secondo italiano risultava fasulla.
A quel punto sono scattate le indagini per risalire all'identità del falsario, presto individuato in un cinquantottenne italiano residente a Milano con precedenti di polizia.
L'epilogo della vicenda è di ieri mattina, quando gli agenti del Commissariato di via Candiani, con un Decreto della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno bussato alla porta dell'indagato. La perquisizione, oltre a confermare che l'uomo è l'autore del falso documento utilizzato dall'egiziano, ne ha dimostrato il coinvolgimento in una serie di analoghi episodi, tutti contraddistinti dal confezionamento di documentazione non genuina destinata a consentire a stranieri, ovviamente disposti a pagare, di richiedere il rinnovo o il rilascio di permessi di soggiorno pur non avendone i requisiti. Tra gli oggetti sequestrati, oltre a circa un migliaio di documenti tra i quali copie di passaporti di stranieri, dichiarazioni di ospitalità (con i timbri ovviamente falsi di quasi tutte le Questure d'Italia) e attestati di assunzione sempre relativi a cittadini extracomunitari, i timbri degli Sportelli Unici per l'Immigrazione delle Prefetture di Verona, Novara, Ferrara, Milano, Bari, Palermo e Messina, timbri di ditte, datari e altro materiale per il confezionamento dei falsi. L'uomo è indagato per falso e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.