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Arresto per violenza sessuale aggravata

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Gli agenti della Squadra Mobile varesina hanno arrestato un cittadino straniero per violenza sessuale aggravata, procurato aborto e maltrattamenti in famiglia

Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Varese ha tratto in arresto, in esecuzione di fermo di indiziato di delitto disposto dal pubblico ministero Dottoressa Troina, un cittadino straniero, per violenza sessuale ai danni della propria figlia minorenne.

L'indagine è stata avviata nella primavera dello scorso anno a seguito di segnalazione pervenuta da una struttura assistenziale presso la quale la minore si era recata accompagnata dal proprio padre per chiedere ausilio in merito ad un' interruzione di gravidanza.

In quell'occasione, la ragazzina minorenne confidava agli psicologi di aver subito violenza sessuale da un cugino che abitava con lei e la sua famiglia all'epoca dei fatti, ma poi sparito in Francia. Anche di fronte al pubblico ministero, successivamente all'interruzione di gravidanza, la minore confermava con dovizia di particolari l'approccio tentato dal cugino ed il rifiuto da lei opposto: si trovavano soli nella casa di famiglia insieme agli altri due figli minori della coppia. La minore affermava di non aver riferito nulla all'epoca dei fatti ai genitori, di quanto subito e per timore che i rapporti tra le famiglie si deteriorassero. Si è decisa alla confidenza al padre solo dopo essersi resa conto di una gravidanza in atto. Poi alla madre ed ai servizi sanitari per l'interruzione.

Gli accertamenti, concentrati sull'identificazione ed individuazione immediata del cugino, anche se la versione fornita dalla ragazza presentava lacune in merito ai contatti telefonici avuti con il cugino. In particolare non risultavano le chiamate riferite dalla ragazza, né davano esito positivo le ricerche del cugino attivate anche tramite Interpol.

Qualche giorno fa la giovane si decide a raccontare insieme alla propria madre la verità su come si sono svolti realmente i fatti: ciò che ne emerge per gli investigatori è un quadro nuovo ed allarmante. La minore denuncia il proprio padre quale responsabile non solo della violenza subita lo scorso anno, ma di una serie di abusi sessuali subiti dall'età di 13 anni, accompagnando gli abusi con minacce da vero e proprio "padre-padrone" ed approfittando di lei nei fine settimana, durante l'assenza della madre per lavoro.

La scoperta della gravidanza, l'ha indotto ad inventare la fasulla versione dei fatti, incolpando un cugino e costringendo la figlia a ripetere quella versione davanti agli psicologi ed ai magistrati, obbligandola, altresì, ad abortire e a subire ulteriori violenze anche in seguito.

Le indagini si sono indirizzate verso gli altri componenti del nucleo familiare che hanno ripercorso gli episodi di violenza ed hanno permesso di far emergere alcuni particolari in riscontro alla versione fornita dalla ragazza. Soprattutto l'inesistenza del fantomatico cugino.

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno scoperto come il padre avesse inizialmente nascosto alla moglie persino l'aborto della figlia e con lei avesse sostenuto una versione ancora diversa attribuendo la violenza ad uno sconosciuto.

Le ricerche sono state immediatamente indirizzate verso il padre, allontanatosi in Francia per un breve soggiorno. Con strumenti tecnici di localizzazione si è riusciti a monitorare il responsabile dall'estero e ad accertarsi del suo effettivo rientro tramite il personale della cooperativa presso la quale lavorava. Avuta la certezza della data di rientro, le pattuglie della Mobile si sono appostate sotto casa dell'uomo e lo hanno atteso per arrestarlo.

A carico dell'uomo, cittadino straniero, quarantenne, sono emersi anche episodi di maltrattamenti in famiglia.

Lo straniero dopo l'arresto, è stato condotto presso la locale Casa Circondariale e nei suoi confronti è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento alla famiglia.


09/08/2014

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