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Indagine nei confronti di sei autori di truffe on line

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Gli agenti del Commissariato di Busto Arsizio hanno eseguito i decreti di perquisizione emessi nei confronti di sei indagati per truffa on line

Lo scorso 27 settembre gli investigatori del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio avevano messo fine ad un attività truffaldina orchestrata da quattro individui che, grazie all'apertura di un conto corrente bancario intestato a un "prestanome" e a proposte di vendita on line pubblicate su un noto sito internet, avevano frodato aspiranti acquirenti che, dopo aver effettuato i bonifici, non si erano visti recapitare i beni che avevano pagato e non erano più riusciti a rintracciare il venditore.

L'intervento, che aveva preso le mosse dall'osservazione dei movimenti di alcuni abituali frequentatori della centrale piazza Garibaldi e di largo Galimberti, aveva consentito in prima battuta di individuare il regista dei raggiri in un pregiudicato di ventisei anni agli arresti domiciliari a Busto Arsizio e di identificare come suoi complici la madre, addetta a recuperare le somme dal conto attraverso prelievi bancomat, il "prestanome" diciottenne residente a Besozzo ed un pregiudicato venticinquenne, residente a Busto Arsizio ma di fatto senza fissa dimora e stabilmente presente in piazza Garibaldi, quale procacciatore del prestanome.

La prosecuzione dell'attività investigativa, svolta dal Commissariato e coordinata dal Dott. Pasquale Addesso della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, ha consentito di identificare altri due personaggi coinvolti nelle truffe, un uomo di 25 anni e una donna di 24 entrambi residenti a Busto Arsizio e addetti alla "gestione" del prestanome, e di scoprire l'esistenza di una carta poste-pay intestata allo stesso prestanome e utilizzata come ulteriore collettore dei pagamenti ottenuti in modo fraudolento

La Polizia di Stato è riuscita a risalire ad altri episodi truffaldini riconducibili al gruppo le cui vittime, residenti nelle province di Cagliari, Sassari, Vercelli, Venezia, Treviso, Bergamo, Potenza, Caserta e Perugia, una volta contattate hanno deciso di presentare a loro volta querela, confermando di aver complessivamente inviato circa 3000 Euro come prezzo o acconto per l'acquisto di telefoni cellulari di ultima generazione o di cerchi in lega per autovetture sportive, mai giunti a destinazione.

Nella mattinata di ieri 3 dicembre i poliziotti hanno concluso l'indagine eseguendo i Decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica nei confronti dei sei indagati, attività che ha permesso di raccogliere ulteriori elementi di prova che inchiodano i malfattori alle loro responsabilità; in particolare, nell'abitazione del pregiudicato agli arresti domiciliari, è stata recuperata la internet key utilizzata per connettersi al sito internet, inserire le proposte di vendita ed interloquire con gli ignari acquirenti


04/12/2013

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