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Controllo straordinario ai centri estetici in Varese e Provincia.

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Attività di controllo straordinario nei confronti di centri estetici in Varese e provincia.

Nella giornata di ieri è stata effettuata un'operazione congiunta tra le forze di Polizia e la Direzione Territoriale del Lavoro finalizzata al contrasto dell'immigrazione clandestina e della prostituzione all'interno dei centri estetici della provincia.

La Polizia di Stato ha agito nei confronti degli esercizi ubicati in Varese, Busto A, Gallarate e Luino.

Nel capoluogo cittadino una squadra della Questura composta da personale della Squadra Mobile, della Polizia Amministrativa affiancati da un operatore della Direzione Territoriale del lavoro, ha effettuato i controlli presso tre centri estetici ubicati nei pressi del centro.

L'attività ha permesso di contestare alcune sanzioni amministrative ai regolamenti comunali consistite in particolare nella mancanza dei requisiti igienico sanitari, nonché la mancata presenza del responsabile professionale necessario ai fini dello svolgimento dell'attività. Gli operatori della D.T.L. hanno riscontrato un'irregolarità relativa alle normative in merito all'assunzione di prestatori di lavoro.

In un caso gli accertamenti sull'identità hanno permesso di riscontrare la presenza all'interno di uno dei centri di una cittadina cinese oggetto di rintraccio da parte della Questura di Milano per la revoca del titolo di soggiorno.

Nella città di Busto Arsizio sono state rilevate violazioni amministrative per mancanza del responsabile professionale necessario ai fini dello svolgimento dell'attività e la mancata esposizione dell'autorizzazione all'espletamento dell'attività.

In Gallarate sono state rilevate violazioni in particolare per quanto concerne la regolare assunzione dei lavoratori, che in un caso hanno determinato la sospensione dell'attività imprenditoriale da parte del personale della Direzione Territoriale del Lavoro. In altro centro è stata identificata una cittadina cinese priva di documenti e nei confronti della quale si è accertata la presenza irregolare sul territorio dello stato.

I controlli a Luino hanno rilevato unicamente l'irregolare protrazione dell'attività oltre l'orario consentito dai contratti di lavoro del personale impiegato e ciò ha comportato una sanziona amministrativa.

Nell'ambito dei medesimi servizi gli uomini della Polizia di Stato della Squadra Volante e della Digos, che parallelamente hanno perlustrato il territorio interessato, hanno notato tre soggetti sospetti posizionati nei pressi di un istituto bancario colti nell'atto di osservare l'entrata ed uscita degli utenti dalla banca, i quali alla vista della pattuglia della Polizia, hanno cercato di disperdersi ma venivano prontamente bloccati dagli operatori. I tre, cittadini siriani dai 25 ai 30 anni, clandestini sul territorio nazionale, sono stati identificati e soggetti a perquisizione per accertare l'eventuale possesso di armi, strumenti di effrazione, esplosivi. L'atto ha permesso di rinvenire alcuni documenti d'identità rumeni validi per l'espatrio di sospetta genuinità.

Gli accertamenti in Questura, estesi anche nei confronti di un quarto soggetto trovato nella stanza d'albergo ove i fermati domiciliavano, e i successivi controlli effettuati presso il competente ufficio dell'aeroporto di Malpensa hanno permesso di attestare la falsità di alcuni documenti trovati in possesso dei fermati, ossia di due carte d'identità rumene e di una bulgara risultavano contraffatte, a mezzo dei quali i cittadini siriani celavano la loro reale identità.

Le indagini successive a cura della Digos hanno permesso di ricostruire che uno dei siriani era giunto in Italia per cercare fortuna in Europa e fuggire dalla possibile chiamata alla armi, stante il conflitto interno in atto in quel Paese.

Al termine degli accertamenti di rito, tutti gli indagati, alla presenza di un interprete, venivano informati da personale del locale Ufficio Immigrazione della possibilità di richiedere asilo politico in Italia. Tutti gli indagati dichiaravano di non voler presentare richiesta di asilo politico in Italia, pertanto essi venivano consegnati al competente ufficio immigrazione per l'espulsione una volta acquisito il nulla osta dal PM di turno e dopo aver accertato la negatività del riscontro AFIS.


15/11/2013

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