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Comm.to Gallarate Arrestati padre e figlio per droga.

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Comm.to P.S. di Gallarate – arrestati padre e figlio per detenzione di droga a fini di spaccio

Alle prime luci dell'alba di sabato scorso 20 luglio gli agenti del Commissariato di P.S. di Gallarate diretto dal Vice Questore Aggiunto Gianluca Dalfino hanno effettuato due perquisizioni domiciliari a sorpresa in altrettante abitazioni in uso ad una famiglia albanese da tempo stabilitasi in Italia, a lungo monitorata in relazione a presunti traffici illeciti.

Nell'abitazione di Samarate gli agenti hanno sorpreso D.A., ventiduenne albanese appena liberato dopo un anno di arresti tra carcere e domiciliari proprio per droga, in possesso di abbondante sostanza da taglio e di cocaina per circa venti grammi; il materiale sequestrato era disinvoltamente conservato sul comodino in camera da letto, ed in particolare la droga è stata rinvenuta in un unico frammento sotto pressione delle ganasce di una morsa da officina all'evidente scopo di confezionare la sostanza in un elemento compatto di facile trasporto e cessione.

Alla stessa ora, invece, la perquisizione della seconda casa di Lonate Pozzolo, frazione Tornavento, fruttava un sequestro ancora più consistente, oltre all'arresto del padre di D.A., il quarantottenne incensurato D.I., professione autotrasportatore.

In sua disponibilità gli agenti hanno rinvenuto circa dieci chili di marijuana e cinque di eroina, oltre a notevoli quantità di sostanze da taglio; la merce era conservata in mansarda, ed in parte nelle suppellettili dei servizi igienici.

D.I. aveva con sé anche due pistole semiautomatiche, una Browning cal. 22 clandestina in Italia ed un cal. 9 "corto", ricavata da una fedele replica metallica con l'innesto di una canna balistica ad anima liscia, perfettamente funzionante.

L'abitazione di Tornavento, inserita in un tranquillo contesto residenziale, è risultata il crocevia di un continuo spaccio nonché il luogo di confezionamento seriale della droga: è stata infatti sequestrata anche una pressa artigianale, utilizzata dai due arrestati per imprimere ai sacchetti contenenti lo stupefacente (preventivamente confezionati in cellophane e plastiche sottovuoto) la consueta forma a "mattone", oltre ai segni distintivi con cui usualmente il prodotto è poi destinato a circolare nell'ambiente dello spaccio.

Prodotta con frammenti di lastre d'acciaio da cantiere, era dotata di distinte forme e ad azionarla era un normale cric da officina a pompa.

Gli arrestati avevano anche avviato tentativi, per ora rudimentali ma di indubbie prospettive, di stampare in proprio banconote da duecento euro.

Dopo l'arresto entrambi sono stati condotti in carcere a disposizione della Procura della Repubblica di Busto Arsizio.


22/07/2013

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