Effettuata un'operazione congiunta tra Ufficio Immigrazione, Squadra Mobile e Reparto Prevenzione Crimine contro l'immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione
Nel pomeriggio di ieri, coordinata dal Dirigente dell'Ufficio Immigrazione Commissario Capo Paolo Catenaro, è stata portata a compimento un'operazione congiunta da parte di operatori dell'Ufficio Immigrazione e della Squadra Mobile, supportati da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine "Lombardia".
Si è trattato di una attività ad ampio raggio che ha coinvolto la città di Varese, i sobborghi di Busto Arsizio e le zone boschive di Tradate e Gorla che si inserisce in un più ampio contesto di repressione dei fenomeni di criminalità diffusa rispetto ai quali verranno effettuati mirati interventi lungo tutto il periodo estivo.
Punto di partenza, la repressione del fenomeno dell'immigrazione clandestina, che costituisce il tradizionale volano per la commissione di reati quali lo spaccio di stupefacenti e, nel caso di specie, lo sfruttamento della prostituzione.
L'intervento di ieri ha consentito di aggiornare il quadro informativo sul fenomeno e di acquisire molteplici spunti investigativi che verranno sviluppati nelle prossime settimane.
Nelle zone boschive di Gorla Minore e Tradate sono state fermate cinque cittadine straniere che, per luogo e abbigliamento, sono state individuate chiaramente come dedite al meretricio. Le stesse, 3 Nigeriane di 22,26 e 40 anni, una Ghanese di 30 anni e una Macedone di 37 anni, sono state tutte denunciate per violazione della normativa sull'immigrazione ed espulse dal Territorio Nazionale, salvo la nigeriana ventiseienne, risultata richiedente asilo.
Le donne erano tutte prive di documenti e provenienti da altre province italiane, tra cui Milano e Torino, probabilmente alla ricerca di "piazze" con meno concorrenza per la propria attività.
Un altro servizio di controllo alla periferia di Busto Arsizio, con la collaborazione dei colleghi del locale Commissariato, ha consentito di fermare in strada ed identificare due prostitute di nazionalità rumena nei confronti delle quali è stato avviato il procedimento per l'allontanamento di cittadini comunitari dal territorio nazionale.
In Varese gli operatori della Questura si sono invece concentrati sulla prostituzione in abitazione ed hanno pianificato l'accesso in alcuni appartamenti di via Caracciolo, viale Valganna, via Fratelli De Grandi, via Bainsizza.
All'esito degli accertamenti sono state identificate cinque donne: due sorelle dominicane di 35 e 36 anni, in un appartamento di vai De Grandi; altre due cittadine dominicane di 37 e 36 anni in un appartamento di via Bainsizza e, infine, una cittadina marocchina, naturalizzata italiana, di 42 anni in un appartamento di via Caracciolo.
Le quattro cittadine dominicane erano in possesso di regolare permesso di soggiorno; anche i contratti di affitto sono risultati regolari.
Negli appartamenti gli operatori hanno rinvenuto il classico armamentario del "mestiere": preservativi, creme, abiti succinti e numerosi telefoni cellulari con i quali le donne gestivano una fitta rete di appuntamenti procacciati per lo più con annunci su quotidiani e bacheche on-line.
L'Ufficio Immigrazione della Questura ha avviato una istruttoria per la revoca del titolo di soggiorno alle donne fermate.