Personale della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura ha scoperto un Istituto di Vigilanza Privata abusivo
La Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Varese e la Procura della Repubblica di Busto Arsizio hanno scoperto che l'impresa denominata "Itaca", con sede legale a Busto Arsizio presso la residenza del suo titolare e sede operativa a Rescaldina (MI) svolgeva attività di vigilanza privata del tutto abusivamente, ovvero senza la necessaria autorizzazione del Prefetto e servendosi di personale privo della nomina prefettizia a guardia particolare giurata.
In verità la stessa Itaca pubblicizzava i propri servizi sul suo sito web e su quello delle Pagine Gialle; anche emittenti televisive locali mandavano in onda spot che reclamizzavano l'attività di vigilanza svolta dalla Itaca, che assicurava di essere in possesso di licenza del Prefetto e di essere autorizzata dal Questore ad utilizzare unità cinofile.
Poiché gli accertamenti della Questura avevano dimostrato che invece il titolare della Itaca non aveva alcuna licenza per svolgere attività di vigilanza privata, la Divisione PASI ha chiesto alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio un decreto di perquisizione, disposta dal Sostituto Procuratore dott.ssa Zappatini, e l'ha eseguito presso le due sedi dell'impresa, sostanzialmente corrispondenti a due abitazioni.
L'esito della perquisizione ha rafforzato l'ipotesi avanzata in quanto gli uomini della Polizia di Stato hanno trovato, oltre ad una licenza grossolanamente falsa rilasciata da un inesistente "Prefetto di Milano Cagliari Varese", documentazione relativa a una decina di dipendenti tutti privi di decreto di guardia particolare giurata, contratti stipulati tra la Itaca e varie aziende ed Enti (tra i quali RAI e ALER) per servizi di vigilanza anche armata, due lampeggianti di colore blu uguali a quelli utilizzati dai mezzi pubblici di soccorso e una paletta di segnalazione con la scritta "Polizia di Stato - Associazione Nazionale".
A questo punto nei confronti del titolare della Itaca si ipotizza, oltre allo specifico reato di aver svolto attività di vigilanza senza autorizzazione prefettizia e con personale privo di qualifica di guardia giurata, la truffa ai danni dei clienti, che avrebbero pagato per ottenere servizi di vigilanza, talvolta armata, che la Itaca non poteva legittimamente fornire.