La Polizia di Stato di Varese coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese ha arrestato un uomo di 45 anni, residente in provincia, nella flagranza del reato di violenza sessuale pluriaggravata commessa nei confronti del figlio quattordicenne.
Secondo quanto accertato in fase di indagine, l’uomo abusava sessualmente del figlio da quando il minore aveva dodici anni, approfittando dei momenti in cui in casa non c’erano né la moglie né la figlia.
Il minore dopo due anni di violenze ha trovato il coraggio di confidarsi con una sua compagna di classe alla quale ha riferito quanto era costretto a subire. La ragazza, comprendendo la gravità dei fatti appresi, ha convinto l’amico della necessità di riferire quello che stava succedendo ad un loro docente il quale, con l’intento di sollevare il suo allievo quanto prima da quella condizione opprimente e penosa, ha segnalato tempestivamente i fatti all’Autorità Giudiziaria tramite il proprio Dirigente scolastico.
La Squadra Mobile, dunque, coordinata dalla Procura di Varese, ha intrapreso una pressante attività di indagine che ha portato, dopo pochissimi giorni, ad arrestare l’uomo nella flagranza del reato.
Successivamente all’arresto del padre, il minore è apparso visibilmente sollevato e ha ringraziato ripetutamente il personale della Polizia di Stato, anche attraverso un abbraccio liberatorio agli Agenti operanti, per averlo fatto uscire da un incubo.
Il risultato investigativo evidenzia ancora una volta quanto esista un “sommerso” nei reati di violenza all’interno delle mura domestiche, e quanto, contestualmente, l’attivazione delle autorità competenti possa consentire di porre fine alla commissione di reati anche di rilevante gravità.
In questa tematica, il contesto scolastico si è confermato fondamentale per poter portare alla luce vicende che altrimenti potrebbero non giungere all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria.