Importanti i risultati raggiunti dalla Polizia di Frontiera negli ultimi giorni e, in particolare, nel corso del week-end, soprattutto sul fronte del contrasto ai reati cosiddetti “predatori” nei confronti dei passeggeri dello scalo della brughiera, principalmente stranieri indaffarati nello svolgimento delle operazioni di check-in.
Nella serata di sabato gli uomini della Polizia di Stato sono prontamente intervenuti a seguito della segnalazione di un cittadino cinese che aveva richiamato l’attenzione di una pattuglia, subito dopo aver subito il furto, avvenuto pochi istanti prima, del proprio portafoglio di marca Montblanc, contenente i documenti di identità, alcune carte di credito e denaro contante, in varie valute, per un controvalore totale di circa 500 euro.
Immediatamente la Sala Operativa della Polaria accertava le fattezze dell’autore del furto attraverso la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza; attraverso una minuziosa osservazione dei movimenti del passeggero l’attenzione degli operatori ricadeva su un individuo che si avvicina ai bagagli del pax e celando la mano sotto una giacca appoggiata sul braccio, con particolare destrezza riusciva ad estrarre qualcosa dal bagaglio dell’ignaro passeggero. La riproduzione fotografica del mariolo, estratta dal sistema, veniva diramata a tutte le pattuglie in servizio. Una di queste poco dopo intercettava una persona, apparentemente rispondente alla descrizione, che veniva fermata e perquisita, venendo trovata in possesso del portafoglio e del denaro contante. I documenti e la carta di credito venivano successivamente ritrovati in un cestino della spazzatura, grazie al meticoloso lavoro di ricostruzione dei movimenti dell’autore del furto all’interno dell’aeroporto e poi restituiti al legittimo proprietario che ha potuto proseguire tranquillamente nel proprio viaggio.
E’ così che un sabato sera è stata interrotta la principale fonte di reddito di B. U., quarantunenne cittadino kosovaro che, grazie ai furti perpetrati ai danni dei passeggeri, in gran parte cinesi in partenza da Malpensa, poteva condurre una vita particolarmente agiata. Lo stesso, infatti, è già stato identificato come l’autore di altri furti avvenuti nel corso dell’estate per i quali era stato deferito alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, insieme ad altri complici. Per sua stessa ammissione, inoltre, l’abile ladro esercitava abitualmente la lucrosa attività anche in altri aeroporti europei, ma anche presso abitazioni private in Germania, Spagna e Francia.
In una delle precedenti occasioni B.U. aveva agito in concorso con altri due complici e l’individuazione del gruppo era stata particolarmente rocambolesca poiché i tre criminali, fuggiti a bordo di un’autovettura subito dopo aver effettuato un furto ai danni di due cittadini cinesi, venivano fermati sull’autostrada da una pattuglia della Polizia Stradale, grazie alla nota di ricerca immediatamente diramata dalla Polaria. Nella circostanza uno dei complici è stato arrestato in quanto destinatario di un ordine di carcerazione, mentre gli altri due venivano denunciati in stato di libertà, essendo ormai trascorsa la flagranza del reato.
B. U. era, comunque, persona già nota alla Polizia di Frontiera di Malpensa. Pluripregiudicato, già nel 2007 si era reso autore di una serie di furti presso lo scalo aeroportuale per i quali veniva deferito all’Autorità Giudiziaria che, proprio in virtù della serialità del comportamento delittuoso, aveva emesso un ordine di carcerazione per il cittadino kosovaro. Rintracciato dagli uomini della Polaria, veniva arrestato nell’ottobre del 2007 e rimaneva in carcere per circa un anno.
Nel 2012 il suo nome riappariva in un’indagine sui furti operati ai danni dei passeggeri aeroportuali. Da allora il “ladro di professione” è scomparso dalla scena aeroportuale, forse per dedicarsi a più lucrose attività delittuose fuori dal territorio nazionale, fino all’estate di quest’anno in occasione dei reati già citati.
Al termine delle procedure di rito e dopo essere stato fotosegnalato, nella serata di sabato B. U. è stato tratto in arresto e condotto presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Oggi pomeriggio si è svolta l’udienza del rito direttissimo presso il Tribunale di Busto, al termine della quale il cittadino kosovaro è stato condannato alla pena della reclusione di un anno e quattro mesi, con la previsione della custodia cautelare in carcere, e della multa di duecento euro.