Nella mattinata odierna gli agenti del Commissariato di P.S. di Gallarate hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Busto Arsizio, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio, a carico di due fratelli di nazionalità albanese, regolarmente soggiornanti; l’ordinanza dispone per entrambi gli arresti domiciliari nella loro abitazione di Gallarate in attesa della futura celebrazione del processo.
I due fratelli, il diciottenne K.G. con precedenti per rapina, furto, spaccio di droga e ricettazione (commessi anche in minore età) ed il ventiquattrenne K.M. con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento personale, sono gravemente indiziati della rapina (aggravata perché commessa da più persone riunite) consumata nella notte dell’11 settembre scorso ai danni di un venticinquenne di nazionalità turca, impiegato presso una compagnia aerea di Malpensa
Alle 02.00 circa di quella notte il giovane turco si trovava da solo in un bar del centro di Gallarate, allorché fu avvicinato da K.G. che, con la scusa di una sigaretta, ebbe un rapido scambio apparentemente amichevole con lui; poco dopo si avvicinò anche K.M., che a sua volta, sempre amichevolmente, tentò perfino di procacciargli una prostituta (peraltro mai esistita).
La vittima, comunque, terminò poco dopo di consumare e dopo un veloce saluto ai due sconosciuti si allontanò a piedi, senza accorgersi di essere da loro seguito di nascosto; approfittando del buio, alla prima occasione utile K.G. lo colpì improvvisamente da tergo con un forte pugno alla nuca facendolo cadere al suolo, ed a quel punto entrambi i fratelli lo colpirono ripetutamente con calci anche al volto, causandogli lesioni giudicate guaribili in 25 giorni di prognosi (tra cui un serio trauma ad un occhio), per poi rapinarlo del portafoglio e del telefono cellulare.
Il pestaggio fu tanto violento da farlo svenire ed al suo risveglio, dolorante, riuscì a malapena a dare l’allarme alla Polizia.
Benché degli aggressori non ci fosse più traccia, gli agenti hanno ristretto il cerchio degli indiziati sulla base della loro descrizione, ed infine proposto alla vittima sia le loro foto segnaletiche che altre tratte dai loro profili Facebook, da cui ha potuto riconoscerli con assoluta certezza.
A corroborare gli indizi a loro carico sono stati anche i barman del locale dove i due fratelli hanno avvicinato il turco, che a loro volta hanno fattivamente collaborato con gli agenti del Commissariato confermando la loro presenza, tra i vari altri avventori di quella sera.
Nell’ordinanza il GIP ha riconosciuto il pericolo di reiterazione dei reati, sia per la lunga serie di precedenti, sia penali che di polizia, che per la disinvolta determinazione ed aggressività nel commettere il reato, ed ha dunque ritenuto necessaria una misura detentiva.