La Squadra Mobile e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Udine, con il coinvolgimento degli Uffici INPS di Bari, Brescia, Cervignano del Friuli (UD), Milano, Napoli e Spilimbergo (PN), hanno dato seguito a nuovi accertamenti finalizzati ad identificare i soggetti che, nel passato, hanno percepito indebitamente il sussidio di disoccupazione ASPI/NASPI, erogato dall’Ente Previdenziale.
In precedenza, nel giugno 2018 e nel maggio 2019, si erano concluse le attività investigative che avevano permesso di deferire alla Procura di Udine 65 stranieri extracomunitari, di 18 nazionalità diverse. Nella circostanza il danno erariale era stato quantificato in 400.000 Euro.
La fase investigativa è proseguita ed ha permesso di individuare altri nuovi 8 stranieri, tutti extracomunitari, che hanno percepito illecitamente il sussidio di disoccupazione e sono stati deferiti alle Procure di Udine, Brescia, Milano, Bari, Napoli, Pordenone, in quanto, alla data dei fatti accertati, erano domiciliati in quelle province.
Gli indagati, di cui 5 uomini e 3 donne, dai 31 ai 65 anni, sono di 7 nazionalità (Egitto 2, Albania, Georgia, Ucraina, Moldavia, Senegal e Sri Lanka) ed il danno economico per l’INPS è di 68.000 Euro circa.
Significativo l’esempio di un 36 enne cittadino albanese, residente nella provincia di Udine, che dal 2014 al 2018, ha soggiornato diverse volte all’estero durante il periodo di disoccupazione, ottenendo indebitamente dall’INPS la cifra di 20.000 Euro circa.
Anche in questi casi, si è provveduto ad appurare, analizzando le istanze di rinnovo dei titoli di soggiorno degli stranieri attualmente domiciliati in questa provincia che, negli ultimi anni, avevano usufruito di prestazioni al sostegno del reddito da parte dell'Ente Previdenziale nazionale, facendo, tuttavia, ritorno nella nazione di origine durante il periodo di beneficio dello stesso.
L’indennità in parola è una prestazione economica che l’INPS fornisce ai lavoratori che rimangono senza occupazione, a seguito dell’interruzione del rapporto di lavoro con la ditta con cui erano impiegati; fra le prescrizioni del regolamento INPS, attinente all’erogazione della prestazione in parola, vi è quello della territorialità, ovvero la persona che usufruisce dell’indennità, se lascia il Territorio Nazionale, per qualsiasi ragione, deve comunicarlo all’Ente previdenziale, pena la decadenza di quanto ottenuto.
L’Ente previdenziale, sulla scorta di quanto segnalato dalla Questura di Udine, ha già provveduto a disconoscere le prestazioni somministrate agli indagati ed a notificare agli interessati il relativo indebito, dando seguito alle azioni finalizzate al recupero del credito.
Sono in corso verifiche su altre posizioni attinenti alla stessa fenomenologia.