Nel 1944 la Questura di Udine fu interessata da rastrellamenti da parte delle SS naziste che riguardarono una quarantina di funzionari, guardie di pubblica sicurezza e impiegati civili; dieci furono deportati nei campi di sterminio nazisti e nove non fecero più ritorno in Patria.
I nove deportati che morirono nei campi di sterminio furono:
- Vice Commissario Aggiunto Filippo ACCORINTI, di anni 29, deportato a Mauthausen, dove morì il 20 aprile 1945.
- Guardia di PS Alberto BABOLIN, di anni 28, deportato a Mauthausen, dove morì il 19 gennaio 1945.
- Vice Brigadiere Bruno BODINI, di anni 36, deportato a Buchenwald, dove morì il 20 febbraio 1945.
- Applicato di Ps Giuseppe CASCIO, di anni 37 anni, deportato a Mauthausen, dove morì il 12 febbraio 1945.
- Guardia di PS Mario COMINI di anni 28, deportato a Dachau, dove morì 15 ottobre 1944.
- Commissario Antonino D’ANGELO, di anni 33, deportato a Mauthausen, dove morì il 16 aprile 1945
- Guardia di Ps Anselmo Guido Luigi PISANI, di anni 33, deportato a Mauthausen, dove morì il 2 gennaio 1945.
- Vice Commissario Mario SAVINO, di anni 31, deportato a Ebensee, dove morì il 15 marzo 1945.
- Commissario Giuseppe SGROI, di anni 35, deportato a Ebensee, dove morì il 16 aprile 1945.
Unico sopravvissuto di quelle deportazioni fu il Maresciallo Spartero TOSCHI, arrestato a 42 anni. Dopo la prigionia tornò a Udine, dove morì nel 1964.
I tragici eventi sono rimasti quasi sconosciuti per molti anni; nel 2000 la locale Sezione dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, spronata anche dai D.S. della Polizia di Stato Giuseppe Vollono[1] e Elio Romano, ricostruì i fatti, promosse e commissionò una stele commemorativa collocata nel nell’area del Sacrario della Questura.
Nel 2020, in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria, la Questura, il Comune e la Sezione dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato hanno siglato il proposito di posare nove pietre d’inciampo per restituire i nomi dei poliziotti deportati e uccisi nei campi nazisti alla memoria collettiva di questa città dove, provenienti da molte regioni italiane, prestavano servizio.
A causa della pandemia la posa, inizialmente prevista per il 2021, è stata procrastinata al gennaio 2022, e ulteriormente sospesa in considerazione del picco dei contagi.
Nel frattempo, a gennaio, è stata realizzata la mostra biografica organizzata dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato nelle sale di palazzo Morpurgo, con l’esposizione di uniformi, materiali del tempo e materiale riferito ai deportati. La mostra è ora stata allestita nell’atrio del Conservatorio e sarà riproposta negli istituti scolastici e nelle sedi universitarie cittadine.
Le nove pietre d’inciampo sono state posate oggi, 22 aprile, davanti alla sede dell’epoca della Questura, in via Treppo, durante una commossa cerimonia alla presenza, oltre che dei discendenti dei nove caduti e del figlio dell’unico sopravvissuto, del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, l’Arcivescovo Bruno Mazzoccato, il Prefetto, il Sindaco e numerose Autorità.
Nell’occasione gli studenti del Liceo Classico “Stellini” di Udine hanno partecipato proponendo alcune riflessioni sugli eventi ricordati e sugli insegnamenti della Storia alla luce dello scenario geopolitico attuale, mentre l’attrice Gioia D’Angelo, nipote del Commissario Antonino D’Angelo, ha espresso un monologo.
Il Maestro Lucio Degani, primo violino dei Solisti Veneti, professore al Conservatorio Tomadini di Udine, ha suonato un brano a conclusione della cerimonia.
[1] che aveva prestato servizio alla Questura di Udine negli anni ‘50