Duro colpo allo spaccio di droga nel centro storico di Udine, in particolare nella zona di via Roma, nei pressi della stazione ferroviaria, e la salita del Castello in piazza 1° Maggio. Con l’operazione “Magnolia 2018”, iniziata lo scorso settembre dalla Squadra Mobile della Questura di Udine, 16 persone sono state arrestate giovedì pomeriggio perché responsabili di spaccio di cocaina, eroina, e hashish. Altri 11 soggetti, tutti giovani afgani e pakistani, sono stati arrestati nella giornata di ieri sempre nell'ambito della stessa indagine.
L’operazione è stata sviluppata anche con l’impiego di agenti sotto copertura del Servizio Centrale Operativo per l’acquisto di droga.
Gli strumenti investigativi attuati hanno consentito ai poliziotti di documentare la continua attività di spaccio svolta, prevalentemente nelle ore pomeridiane, pur in presenza di numerosi passanti, nelle strade del centro cittadino.
Un blitz organizzato dopo mesi di indagini ed uno spiegamento di forze, tra gli agenti della Questura di Udine; il Reparto Mobile di Padova; l'equipaggio del 10° Reparto Volo di Venezia, per il monitoraggio dall'alto a bordo dell'elicottero; le unità cinofile della Polizia di Stato di Ancona, che hanno permesso il ritrovamento delle sostanze stupefacenti, anche di un certo quantitativo nell'incavo di un albero in via Roma.
Nel corso dell’operazione erano state arrestate già 7 persone, tra cui il 24enne che aveva ceduto la sostanza stupefacente ad Alice, la 16enne di Palmanova, stroncata da un’overdose in un bagno della stazione di Udine lo scorso 3 ottobre.
Sono stati notificati, inoltre, ai sensi dell'art. 100 del T.U.L.P.S., 8 provvedimenti di sospensione di licenze, per periodi compresi tra i 10 ed i 60 giorni, per altrettanti esercizi pubblici situati nel quartiere delle Magnolie, in quanto abituali luoghi di ritrovo per attività illecite, di consumatori e spacciatori di sostanze stupefacenti.
I soggetti, tutti indagati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ultimati gli atti di rito, sono stati incarcerati presso le strutture detentive del Friuli e del Veneto.