Procede con impegno e dedizione l’intensa attività degli agenti del Settore Polizia di Frontiera di Tarvisio, dipendente dalla IV Zona Polizia di Frontiera di Udine, sotto il comando del Comm. Capo della Polizia di Stato Dr. Giovanni Marruzzo, con l’obiettivo di prevenire e reprimere specialmente i reati nell’ambito dell’immigrazione clandestina e di traffico illecito di carattere transnazionale e transfrontaliero.
E’ dei giorni scorsi l’episodio inerente l’attività di controllo del territorio che ha richiamato l’attenzione degli agenti verso un furgone di marca Ford e di colore blu con a bordo due cittadini di origine rumena intenti a fuggire dal territorio Italiano verso l’Austria.
Non è passato inosservato il transito di quel furgone che solo all’occhio attento e scrupoloso dei poliziotti ha indotto sospetti, infatti, fermati gli occupanti per una verifica, alla banca dati risultava che i due soggetti avessero un rilevante carico di precedenti. Si decideva pertanto di scortarli nell’ufficio di Polizia del Settore Frontiera di Tarvisio al fine di procedere ad un più accurato controllo. Dai bagagli emergevano numerosi attrezzi da cantiere, riposti nel vano posteriore del mezzo, verosimilmente rubati nonché oggetto di attività di ricettazione. Il tutto è stato sequestrato previo avallo dell’Autorità Giudiziaria e i soggetti denunciati.
“Le continue e discordanti giustificazioni sulla provenienza della merce sono stati il primo campanello dall’allarme per gli agenti in servizio” prosegue il Dirigente “l’interrogazione al terminale ha consentito di focalizzare l’attenzione sulla merce trasportata e soprattutto di accompagnare i soggetti in Ufficio per effettuare le opportune verifiche. Desidero ringraziare, ancora una volta, i ragazzi per la dedizione e la professionalità con cui si approcciano a questo tipo di controlli. L’attività di retrovalico ha permesso, in questa occasione di smascherare un traffico illegale di oggetti da lavoro sottratti in modo fraudolento a ditte e cantieri dell’interland della Capitale diretti presumibilmente al mercato nero rumeno”.