Trascorsi i primi 4 mesi dell’anno, si può già tracciare un primo bilancio dell’attività della Divisione Anticrimine della Questura di Udine, che si coniuga efficacemente con l’intensificazione dei servizi del controllo del territorio, da sempre fulcro della strategia contro la criminalità diffusa messa in atto dalle Volanti della Questura di Udine con l’ausilio delle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Padova.
L’operato degli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Udine e dei Commissariati P.S. di Tolmezzo e Cividale del Friuli ha consentito l’ emissione dei provvedimenti che, dall’inizio dell’anno in corso fino a tutto aprile, numericamente si traducono in: 113 Fogli di Via Obbligatorio, 26 Avvisi Orali, 3 decreti di Sorveglianza Speciale e 9 Ammonimenti, senza dimenticare 17 Daspo (Divieto di Accesso alle manifestazioni Sportive).
Per quanto riguarda l’AMMONIMENTO DEL QUESTORE, alternativo alla querela e provvedimento amministrativo a tutela delle vittime di stalking, nella provincia di Udine nel periodo in esame le vittime tutelate sono state donne, quasi tutte italiane, mentre i provvedimenti hanno riguardato 9 persone, tutti uomini, dei quali 8 italiani ed 1 straniero, di età adulta (dai 27 ai 60 anni), gran parte di essi con un’attività lavorativa.
In 4 casi l’Ammonimento è stato disposto d’ufficio a uomini responsabili di violenza domestica nell’ambito di relazioni sentimentali, mentre gli altri 5 provvedimenti sono stati irrogati su richiesta delle vittime, nei confronti di uomini protagonisti di condotte persecutorie verso donne non intenzionate ad intraprendere relazioni sentimentali oppure determinate a concludere relazioni da tempo in crisi.
Importanti campagne ministeriali sono state promosse e realizzate in modo capillare sul territorio nazionale, il 14 febbraio con il “Progetto Camper” e l’8 marzo in occasione della “Giornata Internazionale della Donna”. Obiettivo di entrambe le giornate è stato quello di favorire l'emersione del fenomeno della violenza di genere, agevolando un contatto con le vittime ed offrendo alle stesse il supporto di un'equipe composta da operatori specializzati, fra i quali medici della Polizia di Stato ed investigatori delle Squadre Mobili, nonché rappresentanti di enti ed associazioni presenti sul territorio.