Personale della Squadra Mobile di Udine ha svolto un’attività di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine nei confronti di alcune insegnanti di una scuola dell’infanzia paritaria dell’hinterland udinese per il reato di maltrattamenti fisici e morali nei confronti dei minori frequentatori della scuola.
Tali condotte consistevano in strattonamenti e/o trascinamenti dei piccoli e si sostanziavano in comportamenti aggressivi rivolgendosi in modo sistematico e ordinario ai minori con tono della voce aggressivo e alterato, limitandone l’espressione spontanea, svalutandoli e squalificandoli nei casi in cui non avevano rispettato esattamente le indicazioni impartite, sottoponendoli a castighi consistenti in un’umiliante segregazione dai compagni per lunghi periodi di tempo nell’arco della giornata, sottoponendoli a vessazioni quando venivano a conoscenza che gli stessi avevano riferito ai genitori episodi accaduti nel corso dell’orario scolastico, ledendo la dignità e l’autostima dei minori definendoli “incapaci” e stracciando i loro elaborati (definiti “porcherie” o “ schifezze”) se non rispondenti ai canoni da loro determinati, facendo così vivere tutti i minori frequentatori dell’asilo, comunque spettatori di tali abituali comportamenti aggressivi ed umilianti, in una situazione di sofferenza per la costante tensione e timore di esservi sottoposti. Si sono altresì osservate grida e urla ponendo il proprio viso a pochi centimetri dal volto dei bambini con effetto intimorente per il destinatario e per quello di tutti gli altri bambini che assistevano a queste scene.
Le violenze fisiche non erano mirate a contenere i comportamenti esuberanti dei bambini per evitare che facessero male a se stessi o ai compagni ma erano del tutto gratuiti e finalizzati a spostare gli alunni che chiacchieravano o che si erano seduti dove, ad avviso delle maestre, non dovevano.
In due di tali circostanze una delle insegnanti nello spostare in modo brusco i minori, li faceva sbattere con gli arti contro i banchi.
Venivano poste in essere frequenti minacce di punizione rivolte ai singoli alunni o all’intera classe, che per il loro utilizzo frequente e indiscriminato e per l’iniquità e la sproporzione, venivano vissute come ingiuste ed erano foriere di sofferenza da parte dei bambini, che peraltro ormai assuefatti subivano passivamente in uno stato di triste rassegnazione.
I minori venivano sottoposti a “processi in pubblico” qualora responsabili di atteggiamenti ritenuti dalle insegnanti di disturbo, portandoli in altre sezioni della scuola e facendoli subire veri e propri interrogatori affinchè ammettessero le proprie colpe, riconducibili peraltro a comportamenti consoni all’età dei minori e rientranti in un’ordinaria gestione da parte del docente. Venivano rivolte parole offensive alla presenza dei bambini a cui erano dirette e dei loro compagni che in più occasioni hanno riguardato anche i genitori degli stessi.
A seguito dell’accertamento sulle loro responsabilità è stata emessa l’Ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio a carico di due insegnanti della scuola dell’infanzia per mesi otto dall’esecuzione.
Nell’ambito del procedimento penale sono iscritte nel registro degli indagati altre 2 insegnanti.