Si conclude a Trieste l'iniziativa in collaborazione con la Polizia Stradale.
TRIESTE, 20 aprile 2016 - Tecnologia, divertimento, formazione e informazione. Sono questi gli ingredienti base di ANIA Campus 2016, l'iniziativa dedicata alla sicurezza stradale sulle due ruote realizzata dalla Fondazione ANIA in collaborazione con la Polizia di Stato e la Federazione Motociclistica Italiana, promossa dal Dipartimento delle Politiche Giovanili. Fa tappa a Trieste il tour partito l'11 marzo da Roma e che ha toccato 16 città italiane in 14 regioni, coinvolgendo oltre 1.500 studenti delle scuole superiori. L'iniziativa dedicata principalmente ai giovanissimi, ha lo scopo di insegnare a rispettare le regole della strada e le tecniche di guida sicura sulle due ruote: protagonisti a Trieste, circa 100 studenti dell'Istituto Statale di Istuzione Superiore "Giosuè Carducci - Dante Alighieri" si ritroveranno in piazzale Agostino Straulino e Nicolò Rode, tra Molo Sartorio e Riva Gulli.
Anche a Trieste, come in ogni città coinvolta, è stato allestito un Campus, con un'area dedicata alla teoria e un vero e proprio circuito per le prove pratiche di guida sicura. I ragazzi delle scuole superiori, dopo aver svolto la parte teorica con l'aiuto di formatori di educazione stradale della Federazione Motociclistica Italiana, provano ad affrontare secondo le regole apprese il circuito predisposto, sotto la supervisione di istruttori e piloti professionisti. La teoria tratta anche i temi dell'abbigliamento e degli accessori con particolare attenzione al casco. Per ribadire l'importanza di utilizzare solo i caschi a norma, la Fondazione ANIA ha lanciato un'iniziativa per "rottamare" i vecchi caschi non omologati ancora in circolazione: i ragazzi che durante la manifestazione si presentano con un casco non a norma, ricevono in cambio un nuovo casco che potranno personalizzare secondo la propria creatività.
Nella tappa triestina è presente anche la Polizia Stradale con il Pullman Azzurro della Polizia di Stato, l'aula multimediale itinerante a bordo della quale vengono effettuati da operatori specializzati, interventi diretti a sensibilizzare i giovani in relazione ai più importanti aspetti della sicurezza sulle due ruote.
La tecnologia ha un ruolo fondamentale in ANIA Campus. Ogni mezzo utilizzato per le esercitazioni è equipaggiato con una telecamera che riprende le manovre eseguite dal conducente. I video saranno utilizzati a scopo didattico, mettendo in evidenza eventuali errori o manovre non corrette. Al termine della mattinata, anche a Trieste il Campus resterà operativo e sarà possibile per chiunque passerà nell'area predisposta svolgere attività formativa e prove di guida sicura sul circuito con l'assistenza di piloti e tecnici.
Lo scopo di ANIA Campus è quello di ridurre la rischiosità dell'uso dei veicoli a due ruote, mezzi che rendono particolarmente vulnerabili gli utilizzatori, insegnando comportamenti e stili di guida tecnicamente corretti e prudenti soprattutto ai giovani. Per quanto riguarda il comune di Trieste, dei 9 morti totali registrati nel 2014, 4 erano su un motociclo o ciclomotore mentre, prendendo in considerazione l'intera provincia triestina, le vittime di incidenti stradali sono state 12, 5 delle quali erano alla guida di mezzi a due ruote a motore. Guardando al Friuli Venezia Giulia a livello complessivo, nel 2014 si sono registrati 100 morti per incidenti stradali, 30 dei quali viaggiavano su motocicli o ciclomotori.
«La scelta di un progetto come ANIA Campus - commenta Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale - nasce da una duplice considerazione: chi viaggia sulle due ruote a motore fa parte degli utenti vulnerabili della strada e il fatto che, tra i motociclisti, sono particolarmente colpiti i giovani. La formazione nelle scuole è una parte essenziale della nostra attività, così come il rapporto e il dialogo con i giovani che, in passato, ha portato ottimi risultati in termini di riduzione del numero di morti e feriti sulle strade. Con ANIA Campus vogliamo offrire una preparazione completa e articolata a chi utilizza moto e motocicli, attraverso un percorso che li diverta, li coinvolga e al tempo stesso li formi sulle corrette tecniche di guida e sull'importanza del fatto che abbigliamento e protezioni devono essere sempre a norma».
Sul tema il Direttore del Servizio Polizia Stradale Giuseppe Bisogno osserva «E' di tutta evidenza che per i conducenti di moto e ciclomotori la strada continui a rappresentare un pericolo ben superiore di quanto sia per gli automobilisti. Se fino al 2014 il trend della incidentalità per i motociclisti è stato in graduale e costante diminuzione, nel 2015 assistiamo purtroppo ad una preoccupante inversione di tendenza. Iniziative come quella di oggi rappresentano quindi un fondamentale momento di riflessione, soprattutto per i giovani che sono i destinatari principali di questo progetto, in relazione ai rischi che si corrono sulle due ruote, sulla necessità di rispettare le regole e non da ultimo sull'importanza di utilizzare i sistemi di protezione, che spesso possono salvare la vita».
«Siamo lieti di far parte di questa squadra che con ANIA Campus si propone di "educare" attraverso un percorso formativo che passa dai nostri formatori, dagli agenti della Polizia Stradale e da istruttori di guida - dice il Segretario Generale della FMI, Alberto Rinaldelli -. La Federazione Motociclistica Italiana opera attraverso lezioni di educazione stradale indirizzate a bambini e ragazzi di ogni età. Sono circa 10.000 i ragazzi che ogni anno i nostri formatori incontrano, con l'obiettivo di una sensibilizzazione all'uso corretto della strada, soprattutto quando si è alla guida di un mezzo a due ruote a motore.
Questo il commento di On. Prof. Antimo Cesaro - Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo «L'attenzione del Governo al tema della sicurezza stradale trova immediato riscontro nel progetto ANIACAMPUS, risultato vincitore e primo classificato di un bando di concorso lanciato nel 2009 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il Dipartimento della Gioventù. I dati relativi all'incidentalità stradale ed il tasso di mortalità che si registra sulle strade italiane, infatti, oltre ad imporre il coinvolgimento attivo delle Istituzioni del nostro Paese, rendono quanto mai urgente l'attuazione di progetti formativi come questo, in grado di veicolare la cultura della sicurezza sulle strade soprattutto tra le nuove generazioni e i neo patentati. La moto rappresenta un mezzo particolarmente vulnerabile: lo dimostra l'incidentalità che colpisce soprattutto i giovani tra i 20 e i 24 anni. L'investimento in formazione - stimolando anche la creatività dei giovani all'uso consapevole del casco - consente di educare i giovani al rispetto delle regole del Codice della Strada ed ad assumere un corretto stile di guida, fattori indispensabili per creare una più diffusa e più coerente "cultura della prevenzione"».