Questura di Trieste

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Era diretta in Siria una minorenne francese fermata su un autobus

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L'episodio si è verificato a inizio giugno

Ai primi del giugno 2015 agenti della Polizia di Frontiera di Trieste procedevano al controllo dei passeggeri presenti su di un autobus di linea proveniente dalla Francia e diretto in Romania. Al controllo documenti risultava presente una cittadina francese, nata nel 1997, ancora minorenne, la quale risultava segnalata come scomparsa. La ragazza viaggiava da sola e riferiva di essere diretta in Romania per turismo.

A seguito di ulteriori domande ammetteva che in realtà sua intenzione era quella di proseguire il viaggio verso la Turchia da dove poi avrebbe raggiunto il teatro di guerra siriano. Il tutto all'insaputa dei genitori (madre francese e padre algerino). Motivava il proposito sostenendo di essere di fede islamica e di volersi ricongiungere con il suo popolo aggiungendo che quattro mesi prima aveva già tentato di lasciare il territorio francese in aereo, ma che poi era stata bloccata in aeroporto.

Il giorno successivo la locale Digos, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria competente, avviava un dialogo con la ragazza da cui si evinceva che la stessa aveva intrapreso già nel marzo dei contatti via web tramite Youtube, dove aveva esaminato una serie di video su tematiche islamiche e sulla guerra in Siria che incitavano a raggiungere le zone di guerra per aiutare le popolazioni civili. I video in particolare incitavano gli uomini ad armarsi per difendere bambini, donne e anziani presenti in Siria.

Alla fine dei video le veniva fornito il nominativo di un uomo cercato poi dalla donna sul web, rintracciato grazie a Skype. Entrata in contatto con lui, dopo una serie di conversazioni, veniva convinta a partire per la Siria. L'uomo le forniva sia le indicazioni del percorso da seguire sia il denaro per l'acquisto dei biglietti per il viaggio. Alla ragazza veniva anche promesso che, una volta in Siria, avrebbe sposato un combattente.

Alla Digos riferiva anche che un mese dopo il primo tentativo di espatrio l'uomo l'aveva ricontattata via Skype e l'aveva convinta a riprovarci dicendole che la causa era molto importante invitandola a provare un percorso alternativo rispetto a quello precedente e consistente nel prendere un autobus di linea fino a Bucarest, in Romania, dove le avrebbe fornito dettagliate informazioni sul luogo in cui avrebbe potuto dormire, sulla persona che l'avrebbe assistita durante le tappe intermedie del viaggio e sul soggetto che l'avrebbe condotta al confine siriano.

Tali dichiarazioni così come riassunte e altre sono, allo stato, oggetto di approfondimenti da parte del Procuratore Distrettuale di Trieste, una volta giudicate in linea con episodi analoghi recenti venuti alla luce e riferiti a viaggi di donne adulte spostatesi dall'Europa verso la Siria.

La minore risulta poi essere stata affidata ai genitori, giunti fino a Trieste dalla Francia.

Alla presenza del Questore e del portavoce della Questura Denise Mutton, i dettagli della vicenda sono stati illustrati alla stampa questo pomeriggio dal Dirigente della Digos giuliana Luca Carocci e dal Dirigente del locale Settore Polizia di Frontiera Antonio Grande.


24/06/2015

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