Si tratta di un cittadino iracheno del 1983
Un anno circa durante il quale una giovane triestina è stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, cercando di evitare il suo insistente spasimante che, nonostante i reiterati rifiuti, non solo non ha desistito dall’irrituale corteggiamento, ma ha addirittura iniziato a presentarsi nei pressi dell’abitazione della giovane e nei luoghi dalla stessa frequentati.
A nulla sono valsi i tentativi di tenerlo lontano, così come inascoltate le richieste di parenti e amici della ragazza finalizzate a far comprendere ad un iracheno del 1983 che quelle morbose attenzioni non potevano trovare giustificazione.
Al culmine della sopportazione, anche a causa di un persistente stato di ansia, la vittima ha deciso di sporgere denuncia contro il suo persecutore, il quale era ormai solito pedinarla tentando vari approcci, fino – in una occasione – a trattenerla per un braccio asserendo di essere innamorato, nonostante la evidente differenza anagrafica.
Inutili i rifiuti opposti; l’uomo ha continuato a farsi trovare nei pressi dell’abitazione della giovane e nei luoghi frequentati dalla stessa. Incurante di ogni richiesta di stare lontano e dell’intimazione di desistere da tali comportamenti, l’indagato ha perseverato nella condotta, asserendo di non temere l’intervento delle forze dell’ordine e di essere disponibile ad attendere il raggiungimento della maggiore età della minore.
Le immediate indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Trieste e svolte dalla sezione “reati contro la persona” della Squadra Mobile della Questura hanno consentito di riscontrare la vicenda ed ottenere dal G.I.P. del Tribunale la misura cautelare del divieto di avvicinamento e comunicazione con la persona offesa dal reato.
Nonostante ciò, trascorso appena un giorno dalla notifica del provvedimento, l’indagato ha trasgredito agli obblighi imposti, tanto che è stato denunciato per il nuovo reato introdotto dalla legge n. 69/2019 (c.d. “codice rosso”) ossia l’art. 387 bis c.p. che punisce chi viola i provvedimenti di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Contestualmente, su richiesta del P.M. titolare del fascicolo, il G.I.P. ha immediatamente emesso il provvedimento di aggravamento della misura cautelare disponendo l’arresto dell’indagato, il quale è stato rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile e ristretto agli arresti domiciliari a disposizione della procedente A.G..