Importante l'istituto delle riammissioni
È positivo il bilancio di fine anno per il Settore Polizia di Frontiera di Trieste, diretto dal dottor Antonio Grande, sotto la supervisione del Direttore della IV Zona Polizia di Frontiera per il Triveneto, dottor Paolo Gropuzzo.
3975 pattuglie impiegate, 55276 persone identificate e 17604 veicoli controllati. 1494 migranti irregolari rintracciati di cui 300 immediatamente riammessi in Slovenia. 95 arrestati di cui 29 per favoreggiamento dell’immigrazione illegale. 1778 indagati in stato di libertà.
I numeri parlano chiaro: rispetto all’anno scorso, è più che triplicato il numero dei migranti irregolari rintracciati e, di conseguenza, è aumentato, anzi raddoppiato, quello dei favoreggiatori arrestati. In particolare dallo scorso maggio, con un picco tra luglio e ottobre, la fascia confinaria della Provincia di Trieste è stata interessata da un continuo flusso di migranti irregolari che hanno raggiunto l’Italia attraverso la “Rotta balcanica”. Si tratta principalmente di cittadini pakistani e afghani e, in numero minore ma pur sempre considerevole, di cittadini algerini, bengalesi, iraniani, iracheni, indiani, marocchini, siriani e turchi. Sono state, quindi, le attività di contrasto al flusso migratorio illegale che nell’anno passato hanno maggiormente impegnato le pattuglie e il nucleo investigativo della Polizia di Frontiera.
Dagli inizi dello scorso aprile, in seguito alle disposizioni del Signor Questore di Trieste, dottoressa Isabella Fusiello, le pattuglie della Polizia di Frontiera, della locale Questura e di altre Forze dell’Ordine hanno svolto, in prossimità degli ex valichi di frontiera, specifiche attività congiunte per far fronte in modo più mirato e incisivo alle migrazioni illegali. I risultati non si sono fatti attendere, frutto soprattutto dell’ottima sinergia organizzativa e operativa tra i diversi soggetti impegnati in queste attività specifiche. Ricordiamo che le attività di contrasto all’immigrazione illegale erano già state potenziate esattamente tre anni fa con la presenza del personale dell’Esercito Italiano. Questa collaborazione, precisamente con il Reggimento Piemonte Cavalleria di Trieste, continua tuttora con grande successo sia a livello tecnico-operativo che umano: si pensi che nel 2018 sono state impiegate 1460 pattuglie congiunte.
Segnaliamo qui in particolare la recente Operazione “Barcola” che ha stroncato un sodalizio criminale che favoriva l'immigrazione clandestina di cittadini pakistani verso l’Italia attraverso la “Rotta balcanica”. Alla felice conclusione dell’operazione, avviata dalla Polizia di Frontiera e diretta dal Procuratore Capo, dottor Carlo Mastelloni, ha contribuito, con il proprio supporto operativo, anche il personale della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Trieste. Determinante è stato poi l’ausilio fornito dal personale della Squadra Mobile di Venezia per l’esecuzione, nel capoluogo veneto, di due ordinanze di custodia cautelare in carcere per il reato di favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina nei confronti di due cittadini pakistani, entrambi titolari di regolare permesso di soggiorno in Italia.
Altri 27 favoreggiatori dell’immigrazione illegale sono stati arrestati in flagranza di reato sull’altopiano carsico; si tratta sia di cittadini extracomunitari che comunitari.
Oltre ai 29 passeur, sono state arrestate altre 36 persone, in gran parte comunitarie, destinatarie di ordini di carcerazione o di ordinanze di custodia cautelare in carcere per delitti contro il patrimonio, la persona, la fede pubblica e per traffico di sostanze stupefacenti. Ad eccezione di 8 latitanti ricercati a livello europeo ed estradati dalla Slovenia, tutti gli altri sono stati identificati a bordo di autovetture o autobus di linea in entrata o in uscita Stato durante le consuete attività di retrovalico.
Infine sono state arrestate, sempre nell’ambito dei controlli di retrovalico, altre 30 persone di cui ben 23 trasgressori del divieto di reingresso nel territorio nazionale.
Rispetto allo scorso anno, è più che raddoppiato anche il numero delle persone indagate in stato di libertà; si tratta in prevalenza di cittadini extracomunitari denunciati per la violazione delle normativa sull’immigrazione e per l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità; in particolare, 10 cittadini extracomunitari e 2 comunitari sono stati denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ricordiamo poi che tra i compiti di esclusiva competenza della Polizia di Frontiera di Trieste rientrano l’esecuzione delle estradizioni (da e verso l’estero) e delle riammissioni senza formalità alla frontiera comune di cittadini di Paesi terzi che non soddisfano i requisiti per l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale (come previsto dai vigenti accordi bilaterali).
Infine, segnaliamo i numerosi sequestri di veicoli, prodotti elettrici, dispositivi elettronici, documenti (patenti di guida, carte d’identità, passaporti, carte di circolazione, permessi di soggiorno) e valuta. Si tratta di materiale proveniente da attività delittuose o comunque di origine sospetta. Sono state sequestrate anche sostanze stupefacenti, tra cui cocaina e marijuana.
Ottima è stata la collaborazione non solo con la locale Questura e gli altri Uffici della Polizia di Stato presenti nella Provincia, ma anche con l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza. Altrettanto efficaci sono stati i contatti con i Centri di Cooperazione di Polizia di Thörl-Maglern, Modane e Oradea. Inoltre, nei casi di sequestro di merce contraffatta o di origine delittuosa, il Settore si è avvalso dell’esperienza e della professionalità della locale Agenzia delle Dogane.
Continua con reciproca soddisfazione la lunga e collaudata collaborazione con le Forze di Polizia slovene e croate, in particolar modo con la Direzione di Polizia di Capodistria. Infatti, vista la posizione geografica in cui opera il Settore, la criminalità transfrontaliera - di cui l’immigrazione illegale è il fenomeno più pressante - può essere combattuta nel migliore dei modi solo attraverso la sinergia delle diverse professionalità, esperienze e buone pratiche di entrambi i Paesi. Una collaborazione, questa, che negli ultimi anni si è ancor di più rafforzata rispetto al passato e che, oltre agli ottimi rapporti professionali, riflette anche sinceri rapporti di amicizia e lealtà tra Istituzioni di diversi Stati. Ed è proprio per questo motivo che lo scorso giugno il Ministero dell’Interno della Repubblica di Slovenia ha voluto premiare, con la consegna di una prestigiosa onorificenza, il Dirigente del Settore Polizia di Frontiera, dottor Antonio Grande e il suo Vice.