Discorso del Questore, dott. Tommaso Cacciapaglia
Autorità, gentili ospiti, poliziotti, personale dell'Amministrazione Civile dell'Interno, rappresentanze sindacali, amici della stampa, colleghi dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato, famiglie, vi ringrazio.
Vi ringrazio con tutto il cuore per la vostra presenza che, ancora una volta, e sempre con maggior orgoglio e partecipazione, vivo come un tributo di rispetto, affetto, sentita condivisione negli ideali, che ciascuno di voi dichiara in favore della Polizia di Stato, delle donne e degli uomini che orgogliosamente, ogni giorno e senza sosta, ne onorano la storia, senza riserve ed al servizio della collettività e delle libere Istituzioni che regolano il vivere civile di questo Paese.
Un percorso di vita, di lavoro, se mi consentite di passione per la legalità che, oramai, dura ininterrotto da 163 anni, oltre un secolo e mezzo di successi, di speranze ben riposte nella fede incrollabile, permeati da mirati cambiamenti che sempre, e sempre puntualmente, hanno saputo rendere questo superbo aggregato di uomini eccezionalmente al passo con i tempi, rispondente ad esigenze operative in continuo divenire, mai asincrono rispetto alle mutate istanze sociali, istanze di tutela del vivere civile.
Queste riflessioni, ogni volta, nel mio cuore più che nella mia mente, si rincorrono in occasione della celebrazione dell'anniversario di fondazione della Polizia di Stato, quale rappresentante territoriale di questa gloriosa Istituzione che, se mi consentite, anche nella realtà trevigiana, alla quale sento oramai di appartenere come se ne fossi figlio, ha saputo esprimere livelli di eccellenza operativa, abnegazione, dedizione incondizionata ai valori fondamentali dello Stato, davvero lusinghieri.
E questo lo diciamo, perché non è solo il Questore ad esserne consapevole, lo diciamo, gentili ospiti, tutti noi appartenenti alla Polizia di Stato, anche quest'anno, in modo semplice, in un contesto di assoluta sobrietà quale quello attuale, con, se mi lasciate passare il termine, una essenzialità celebrativa che, da sola, esalta inequivocabilmente il rigore che profondiamo, ogni giorno, nella nostra opera di poliziotti.
Quel rigore, talvolta, determina ognuno di noi di fare quello che mai avremmo voluto fare, ma che in ogni caso, con doloroso quanto, però, convinto ed irrinunciabile senso di verità e giustizia, portiamo a compimento, voglio ribadirlo, dolorosamente ma serenamente; mi riferisco, e non potevo non farlo, ai tristissimi eventi, avvenuti di recente, che hanno determinato l'emissione di un provvedimento restrittivo della libertà personale a carico di un appartenente alla Polizia di Stato, a seguito di articolate indagini svolte dalla stessa Polizia di Stato, voglio sottolinearlo questo.
Non è stato facile, emotivamente prima di tutto, umanamente poi, per me, dire quanto ho appena detto, ed il forte coinvolgimento emotivo sarà stato certamente percepito, ora, da ciascuno di voi.
Ma la Polizia di Stato è anche, e soprattutto, Ente chiamato a gestire le quotidiane emergenze che un particolare momento storico pone sul piano della doverosità di una risposta istituzionale che sappia, lette attentamente le domande della collettività, fornire certezza.
La Polizia di Stato trevigiana, nell'anno decorso lo ha fatto, con il conforto operoso delle consorelle Forze di Polizia, ed il proficuo, vincente oserei dire partenariato con le Amministrazioni pubbliche, o di pubblico interesse, che al pari nostro sono impegnate nel sociale.
La provincia di Treviso o, meglio,i cittadini della provincia di Treviso, con il concorso di tutti questi attori pubblici, hanno saputo gestire l'emergenza immigrazione, e ciascuno di voi sa che stiamo parlando di un vero e proprio esodo biblico, dalle coste del Nord Africa, con la consueta umanità, temperanza, spirito di assistenza, dando prova di quanto, questo popolo, sappia aiutare il prossimo; la Polizia di Stato ha saputo fare la sua parte, in termini umanitari ma, ovviamente, con primario fine di gestione della sicurezza, dell'ordine pubblico e dell'ordine costituito.
Non ho l'abitudine dell'autocelebrazione, del ricorso al dato numerico per quantificare l'impegno dell'Ente che amministro, ma, mai come in questo caso, i numeri si rivelano assolutamente indispensabili per esprimere il quantum, cioè quanto ha inciso questa emergenza, o meglio la gestione di essa, come impegno richiesto: oltre 1.500 stranieri identificati, 304 avviati alle Commissioni Territoriali, 260 espulsi; e pensiamo alla situazione di 30 minori, alle donne in avanzato stato di gravidanza ed ai neonati, non è facile.
E' un dato che si commenta da sé, è un numero che dà il senso della strategia organizzativa che non può non essere a monte di un'operatività mirata a gestire questa emergenza, che, in ogni caso, la Polizia di Stato non lo dimentica , mai, riguarda vite umane!
Impegno sentito, quindi, straordinario, anzi….
straordinariamente umano, che, comunque, non ha certo affievolito la soglia di attenzione sulla doverosità, imprescindibile ed irrinunciabile attività di repressione reati, quanto mai foriera, come sempre, mi sia consentito il giusto apprezzamento, di ottimi risultati. Ne sono testimoni le due promozioni per merito straordinario.
Anche le Specialità hanno saputo ben interpretare il ruolo istituzionale che l'Ordinamento ad esse assegna, ciascuna nell'ambito operativo in cui, lasciatemelo sottolineare, brillano anche loro per professionalità nel garantire, la sicurezza sulle nostre strade, il contrasto alla pedopornografia ed ogni genere di violenze nel web, il controllo sulla sicurezza dei trasporti su rotaia, il presidio alla frontiera aerea.
Tutto questo si deve, ancora una volta non voglio sottrarmi alla doverosa puntualizzazione, all'encomiabile abnegazione, al convinto senso delle istituzioni, all'inscalfibile ed incrollabile fedeltà alla nazione che, quotidianamente, le donne e gli uomini della Polizia di Stato sanno esprimere nel loro operare quotidiano, con i conforto ancor più sentito, ancor più granitico, delle pazienti famiglie che, proprio per questo, ritengo condividano, appieno, pur nel silenzio delle mura domestiche, la missione alla quale ognuno di noi è chiamato, pur su di un proscenio diverso.
Ma la Polizia di Stato è anche un sicuro punto di riferimento, per l'intera collettività, allorchè incarna, con ogni evidenza, il primario e fondamentale munus pubblico per il quale essa stessa è nata, nel novero degli enti di pubblica utilità: l'attività di prevenzione a salvaguardia del vivere civile, ambito operativo che, forse, non guadagna con facilità gli onori della pubblicità ma, che, ogni giorno, …….più in silenzio ma non per questo con minor tenacia, viene realizzato………con numeri che, più di ogni altro dato, servono ad inquadrare la valenza di quanto sto dicendo:
- 5.262 pattuglie per il controllo del territorio
- 110 servizi straordinari unitamente ai Reparti Prevenzione Crimine
- gestione di 92.720 telefonate giunte al 113
- 52 incontri scolastici per l'educazione alla legalità
- 63 incontri con la cittadinanza - parrocchie e centri anziani -, su argomenti riguardanti la sicurezza, l'uso dei sistemi informatici, violenza di genere e sulle donne, stupefacenti, Codice della Strada, etc.
- 754 servizi di Ordine Pubblico con l'impiego di più di 3.000 uomini.
Questo ha realizzato la Polizia di Stato trevigiana, ogni giorno nel suo lavoro, così prezioso e così……non sto banalizzando……usuale, normale, in cui tali risultati si rincorrono, in un cammino che dura da 163 anni.
Ecco, noi siamo solo questo, e vogliamo esserlo un patrimonio di valori e fedeltà allo Stato, nella Nazione, per il bene comune.
Grazie della Vostra presenza, grazie del Vostro affetto del quale, credetemi, non sapremmo fare a meno.
Vivano le libere istituzioni democratiche, viva l'Italia, viva la Polizia di Stato.