Questura di Treviso

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162° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato

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Il Prefetto e il Questore consegnano gli attestati

Discorso del Sig. Questore Dott. Tommaso Cacciapaglia

Signor Prefetto, Autorità, Signore e Signori,

anche quest'anno ho il privilegio di rappresentare la Polizia di Stato, qui nella splendida cornice della città di Treviso, in occasione del 162° Anniversario della Sua fondazione.

Un percorso ricco di storia, quello della Polizia di Stato, di avvenimenti, di pagini tristi, di altre assolutamente esaltanti ma, in sintesi, un percorso ricco di donne e uomini che, ogni giorno, in una quotidianità mai ripetitiva, hanno contribuito a scrivere la storia di questo Paese, di questa Nazione, sicuri e convinti di."ESSERCI SEMPRE", nel percorso della vita sociale che caratterizza ogni comunità.

E lo hanno deciso consapevoli che questa scelta ed il conseguente, laborioso percorso che ne sarebbe scaturito, non sarebbe stato agile, o comunque facile, ma lo hanno deliberatamente voluto con serena determinazione.

Sapete, mi piace molto pensare a questo fine intimo che anima ognuno di noi poliziotti, e cioè la determinazione nell'esserci, fianco a fianco al tessuto civile, anzi vorrei dire proprio come parte di esso, certamente come ha inteso testimoniare, con la scelta del motto che quest'anno connòta la celebrazione odierna, il Signor Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Alessandro PANSA, poliziotto come ognuno di noi e, quindi, partecipe della scelta a monte e del percorso di vita conseguente.

Anche quest'anno, evidentemente, incondizionatamente partecipi, come istituzione ma, ancor più, intimamente e singolarmente, facciamo nostra l'esigenza di una rigorosa sobrietà celebrativa, pur in un contesto di solennità, dell'anniversario di fondazione, convinti come siamo che tutte le istituzioni, la nostra compresa, debbano fare, senza se e senza ma, la propria parte per contribuire ad un percorso improntato al rigore che restituisca, a questo Paese, serenità ed equilibrio sociale.

Mi piace, però, essere abbracciato, così la vivo, credetemi, dalla presenza delle istituzioni territoriali, qui rappresentate ai massimi livelli, confortato dalla paterna presenza di Don Giannino, nostra guida spirituale, e guardare il volto amico, sensazione che va oltre il rapporto di colleganza, di Ruggiero, qui idealmente con i Suoi Carabinieri, di Giuseppe sempre presente con i finanzieri territoriali, di Nicola ed Alberto per i Vigili del Fuoco e per il Corpo Forestale dello Stato, degli amici della Polizia Penitenziaria, dei rappresentanti delle Forze Armate, altrettanto vicine istituzionalmente e, direi, per comune sentire, al quotidiano della Polizia di Stato.

Sono loro, insieme alla Polizia di Stato, i punti di riferimento; ma lasciatemi per una volta indulgere ad una veniale autocelebrazione: sono i punti di forza di qualunque sistema sociale, che vuole vivere secondo i princìpi della democrazia e della partecipazione consapevole all'amministrazione delle istituzioni democratiche anche qui a Treviso, come in tutte le comunità provinciali, la sicurezza delle quali l'Ordinamento affida a noi, sotto l'autorevole guida del rappresentante del governo del Paese, il Signor Prefetto S.E. Maria Augusta MARROSU.

Non da ultimo un deferente ringraziamento rivolgo alla Magistratura giudicante e inquirente (qui rappresentate) sempre più vicina alla nostra istituzione.

Insieme, quindi, quali traguardi abbiamo raggiunto, quali percorsi abbiamo affrontato, quali sinergie abbiamo dovuto profondere per rispondere a questa domanda di sicurezza che la collettività pone quotidianamente?

Tante, costantemente raccontati dagli amici della stampa, che saluto e ringrazio, sempre attenti a soddisfare l'esigenza di informazione che fa, di un contesto sociale, un aggregato umano consapevole e responsabile.

Non posso esimermi, pur cercando di non indulgere ad una fredda enunciazione auto celebrativa di numeri, dal tracciare un rapido bilancio della copiosa attività istituzionale svolta, quantomeno per rendere noto l'operato, silenzioso ma proficuo, delle donne e degli uomini della Polizia trevigiana, sempre attenti e laboriosi nel garantire sicurezza e rispetto della legalità.

Mai superato anzi, invero, tristemente attuale, il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti che, anche quest'anno, ha visto la costante attività di contrasto da parte dell'Istituzione, con l'esecuzione di numerose ordinanze di custodia cautelare a carico di un agguerrito sodalizio criminale dedito, per l'appunto, allo spaccio di hashish e marijuana, la sussistenza operativa del quale, era da tempo sotto la lente degli investigatori che, con professionalità ed abnegazione, non hanno mancato di fornire all'Autorità Giudiziaria inquirente tutti gli indizi di colpevolezza possibili, necessari all'emissione dei provvedimenti restrittivi che, nel complesso, hanno portato all'arresto di 25 spacciatori.

Non da meno, la vicenda delle rapine in danno di persone anziane e di un commerciante, che nella scorsa estate aveva destato notevole allarme sociale nella provincia. Con abnegazione ed approfondite indagini venivano assicurati alla giustizia 7 individui peraltro gravati da numerosi precedenti.

Ancor più, io credo che meriti nota una vicenda che, lasciatemelo dire, pur realizzatasi in ambito delittuoso "classico", quale l'alveo dei reati contro il patrimonio, non ha mancato di scuotere intimamente anche me: sono stati assicurati alla giustizia, la settimana scorsa, in flagranza di reato, dopo lunghi appostamenti, tre soggetti di nazionalità rumena, responsabili di furti di rame asportato in più sedi cimiteriali della provincia, vicenda delittuosa che peraltro durava da diversi mesi.

Devo, in tutta franchezza, far mio lo sconcerto della collettività per questa azione delittuosa in un luogo connotato da inviolabile sacralità, o, meglio, per il sommo disprezzo della più "universale" forma di pietà umana, quella verso i defunti, che da tale infamante azione trasuda.

Poi vi è un'attività quotidiana, spesso silenziosa che non sempre assurge agli onori della cronaca, finalizzata al contrasto dei reati predatori, che in ogni caso, serve ad infondere nella comunità quel senso di sicurezza alla quale, ne sono convinto, essa ha pieno diritto.

Non posso non tracciare, anche perché lo ritengo doveroso nei confronti dei miei uomini e di quanti, tra le Forze di Polizia consorelle, hanno profuso impegno e professionalità, un brevissimo quadro operativo in tema di Ordine Pubblico.

Come è peraltro noto, nell'anno in esame l'Apparato Istituzionale preposto, si è trovato a dover fronteggiare il sorgere, ed in qualche caso il perdurare, di forti tensioni sociali, evidentemente correlate al difficile momento socio-economico che il Paese sta vivendo, tensioni che in troppi casi, questo và sottolineato, ancor più acuiscono un già evidente divario tra fasce sociali, gli aggregati delle quali, talvolta, divengono antitetici come portatori di interessi: ebbene, quello è il momento di frattura sociale che innesca la protesta, la tensione, l'occupazione della piazza in senso lato.

Non certo intendo dilungarmi sull'elencazione delle varie manifestazioni pubbliche che la Polizia di Stato, con l'imprescindibile e, davvero, prezioso concorso delle altre Forze di Polizia, ha dovuto gestire sotto un profilo di tutela dell'Ordine Pubblico, ma devo certamente sottolineare quanto i servizi siano stati realizzati secondo una costante ricerca, da parte degli attori istituzionali, del massimo temperamento tra l'interesse collettivo al mantenimento dell'ordine, ed il pur legittimo ed incomprimibile diritto a manifestare di vari aggregati sociali.

Non è stato, credetemi, sempre facile, ma ho avuto modo di notare un altissimo senso dell'autocontrollo, una professionalità, un garbo operativo, anche nelle situazioni più difficili, da parte del Personale impegnato, che ha fatto davvero onore alle Forze in campo.

Ve ne sono grato …..moltissimo …..grazie ragazzi!

Non ne dubito affatto possiamo sempre pensare di fare meglio, di fare ancora di più, ma mi sembra di poter affermare che, anche nel periodo in esame, la Polizia di Stato, ha saputo rispondere alle domande di sicurezza dei cittadini in maniera encomiabile, con alto senso del dovere, e, sovente, con sereno e risoluto sprezzo del pericolo, come i provvedimenti di promozione per merito straordinario concessi oggi ai due operatori di Polizia della provincia di Treviso, ampiamente testimoniano.

Ebbene, mi chiedo, ancor oggi, dopo soli 40 anni di servizio, come sia possibile, con singole azioni, per ciascuno di noi quasi usuali, incarnare un così alto valore, interventi talvolta eroici e, per noi poliziotti, usuali, doverosi e, quindi, non suscettibili di tentennamenti, indecisioni, titubanze????

Queste vicende sono, semplicemente, il servizio, si, sono il nostro servizio, e non lo dico certo per sminuire questi atti di così alto valore sociale semmai per esaltarne i contorni valoriali, credetemi davvero unici!!!!!

La Polizia di Stato, come del resto le altre Forze di Polizia ed Armate, sono questo, direi vivono di questo, insieme con il proprio ordinamento, la propria struttura, la propria identità sistemica che, nel caso della Polizia di Stato, è improntata secondo modelli ad ordinamento civile, con una proficua ed ormai insostituibile rappresentanza sindacale, protesa al benessere lavorativo del personale, oggi presente qui con i rappresentanti provinciali e regionali, che cordialmente voglio salutare.

Sto rubando troppo tempo, me ne rendo conto e me ne scuso, all'attenzione di tutti Voi e ad un momento, davvero significativo, quale quello della consegna degli attestati di merito, che concretamente simboleggia tutto il plauso, tutto l'apprezzamento e, se mi consentite, tutto l'affetto, grande e sincero, che l'Istituzione vuole tributare alle sue donne ed ai suoi uomini, sia in servizio presso la Questura che nelle Specialità distintisi in operazioni di servizio.

Grazie………. Grazie a tutti e con tutto il mio cuore, davvero.

Viva l'Italia, viva la Polizia di Stato.


10/05/2014
(modificato il 12/05/2014)

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