I lavoratori venivano sfruttati e lavoravano in condizioni igienico sanitarie precarie.
E’ stato posto sotto sequestro un immobile sito nel Comune di Villorba, sede di un’azienda di confezioni e accessori per l’abbigliamento, il cui titolare “formale”, in concorso con l’amministratore di fatto, entrambi cittadini cinesi, hanno assunto, impiegato ed utilizzato manodopera (anche in nero), sottoponendo i lavoratori, circa una ventina, a gravi condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Treviso, ha permesso di accertare che i lavoratori, laddove regolarizzati, a fronte di contratti di lavoro part-time o con un numero di ore limitate, prestavano, in condizioni igienico-sanitarie degradanti e in assoluta mancanza di misure di sicurezza, più di 12 ore di lavoro al giorno, comprese le giornate del sabato e della domenica, senza fruire di riposi settimanali e/o periodi di ferie.
In alcuni casi, prevalentemente riguardanti cittadini bengalesi e pakistani, indotti ad accettare le condizioni imposte dal datore di lavoro in quanto entrati di recente nel territorio nazionale e in cerca di lavoro ai fini della regolarizzazione, è stata corrisposta una retribuzione mensile di soli 40/50 euro, una spesa alimentare mensile di analogo importo, nonché offerto un alloggio nel medesimo Comune di Villorba, in cui vivevano in condizioni igienico-sanitarie deprecabili.
L’articolata indagine della Squadra Mobile di Treviso ha consentito anche di accertare che gli stranieri della suddetta etnia venivano prelevati ogni mattina ed accompagnati in tarda serata all’alloggio individuato dal datore di lavoro, che controllava di fatto costantemente tali persone, le quali vivevano in condizioni umane degradanti (condotta riconducibile alla fattispecie penale del c.d. caporalato).
La predetta azienda è stata sottoposta a recenti controlli da parte della Squadra Mobile e, in particolare, nel mese di dicembre 2021, è stato eseguita un’attenta verifica congiuntamente a personale dell’Ispettorato del Lavoro, dello SPISAL, dell’INPS e dei Vigili del Fuoco, che successivamente hanno contestato diverse violazioni di tipo amministrativo per l’inosservanza delle norme in materia di sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, oltre che sul lavoro; contestazioni e controlli che non hanno fatto desistere i titolari dell’azienda nel mantenere le illecite e gravi condotte di sfruttamento dei lavoratori: sino alla giornata di ieri, ove è stato posto sotto sequestro l’intero complesso immobiliare e i numerosi macchinari utilizzati nell’azienda.