Proseguono i servizi straordinari di controllo del territorio da parte della Questura di Trento, finalizzati a prevenire e reprimere attività delittuose riconducibili alla criminalità diffusa, allo spaccio di stupefacenti ed a situazioni di degrado.
Nello specifico, nella mattinata di lunedì 22 maggio 2023, personale della Squadra Mobile, in servizio di controllo del territorio e di contrasto a reati predatori ed al crimine diffuso, ha notato, nella zona del Lungadige, un giovane tunisino, nato nel 1998, ben noto agli operatori perché annoverante specifici precedenti di Polizia e già oggetto di precedenti servizi antidroga da parte del medesimo Ufficio investigativo. Gli agenti hanno deciso pertanto di sottoporre a controllo il giovane, che si è mostrato da subito insofferente, evidenziando palese nervosismo. La perquisizione personale ha consentito di rinvenire, in uno zaino che lo stesso aveva al seguito, un parallelepipedo di cocaina del peso di circa 1,100 chilogrammi, unitamente a materiale da confezionamento tra cui bilancino di precisione, forbici e sacchetti in nylon di colore giallo. Lo stupefacente, una volta tagliato, avrebbe fruttato migliaia di singole dosi, inondando la piazza trentina, per un guadagno complessivo che poteva stimarsi in oltre 100.000 euro. Per tali ragioni, l’uomo è stato tratto in arresto e tradotto presso la locale casa circondariale di via Beccaria. Lo stesso sarà altresì segnalato dall’Ufficio Immigrazione della Questura alla competente Autorità giudiziaria presso la quale il medesimo aveva fatto ricorso avverso il diniego di protezione che gli era stato notificato. È stata quindi effettuata una perquisizione presso l’abitazione dell’arrestato, sita nel quartiere “Clarina”, all’interno della quale sono stati identificati due ulteriori cittadini tunisini, nati rispettivamente nel 1995 e nel 1997, entrambi irregolari sul territorio nazionale. Pertanto ai predetti è stato irrogato apposito decreto di espulsione e sono stati accompagnati, sempre dal personale della Squadra Mobile, presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio. Vige la presunzione d’innocenza nei confronti dell’indagato fino a sentenza passata in giudicato.