MELODIA ERA STATO AFFILIATO A COSA NOSTRA DA MATTEO MESSINA DENARO IN PERSONA.
All’alba di questa mattina gli uomini della Polizia di Stato di Trapani e della Direzione Investigativa Antimafia di Trapani hanno dato esecuzione all’ordinanza del GIP di Palermo, che dispone la misura cautelare in carcere per
Ignazio MELODIA, di 61 anni, a capo della famiglia mafiosa di Alcamo,
Salvatore GIACALONE di 62 anni, di Alcamo,
Antonino STELLA di 69 anni, originario di Marsala,
Filippo CRACCHIOLO di 56 anni, di Alcamo,
Giuseppe DI GIOVANNI di 32 anni, di Alcamo,
Vito TURRICCIANO, attualmente detenuto, di 70 anni, di Castellammare del Golfo.
Queste le accuse:
Ignazio Melodia perché a capo del mandamento di Alcamo; Giacalone e Di Giovanni perché apparenti alla famiglia mafiosa di Alcamo; Stella per aver svolto un ruolo di collegamento tra le articolazioni mafiose presenti nel territorio e per aver fatto da tramite tra Ignazio Melodia e Vito Gondola, boss di Mazara del Vallo.
Filippo Cracchiolo per aver fatto da intermediario nell’organizzazione d’incontri e riunioni mafiose e per aver messo a disposizione i locali del proprio negozio ad Alcamo per gli incontri riservati del clan;
Giuseppe DI GIOVANNI anche per aver impedito il libero esercizio del diritto di voto durante le elezioni comunali di Alcamo del 2016 e per aver detenuto illegalmente un fucile.
A Melodia, Giacalone, Turriciano e Di Giovanni è stato contestato, inoltre, il reato di estorsione, in concorso e con l’aggravante del metodo mafioso, ai danni di alcuni imprenditori edili di Alcamo, per averli costretti a “mettersi a posto” pagando somme di denaro alla famiglia mafiosa.
Per Melodia questo reato è contestato anche con l’aggravante di aver commesso il fatto durante il periodo nel quale era sorvegliato speciale con obbligo di dimora nel comune di ALCAMO.
L’operazione “freezer”, coordinata dalla D.D.A. di Palermo e condotta dalla Squadra Mobile di Trapani, dai Commissariati di Alcamo e di Castellammare del Golfo, è iniziata nel 2012. Le indagini si sono ulteriormente arricchite grazie alle investigazioni della D.I.A. di Trapani, eseguite tra il 2015 e il 2016, a seguito delle denunce di alcuni imprenditori rimasti vittime di estorsioni.