Sfruttamento della prostituzione
Nella mattinata odierna, personale della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Trapani ha dato esecuzione ad un'Ordinanza
applicativa di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Trapani, a carico dei sottonotati:
1. G. M., 55 anni pregiudicata trapanese
2. M. P. V., 26 anni trapanese (figlia di G. M.)
3. M. S. 29 anni pregiudicato trapanese (figlio di G. M.)
4. M. D., 29 anni pregiudicato trapanese (omonimo non parente)
5. C. G., 31 anni pregiudicato trapanese (marito di M. V.)
I predetti sono stati sottoposto a Custodia Cautelare in Carcere
6. M. L., 33 anni trapanese (figlia di G. M.)
La stessa è stata sottoposta agli Arresti Domiciliari
7. M. A. F., 21 anni trapanese pregiudicato (figlio di G. M.)
Lo stesso è stato sottoposto ad Obbligo di Dimora nel Comune di Trapani
A carico dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, tra loro legati da vincoli di parentela ed affinità, sussistono gravi indizi di
colpevolezza in ordine ai reati di violazione di domicilio aggravata, lesioni gravi aggravate, commessi in concorso e nei confronti della sola G.
M. in ordine al reato di sfruttamento della prostituzione.
L'esecuzione dei provvedimenti in questione costituisce il termine di un'articolata e rapida attività di indagine avviata a seguito di una
brutale aggressione verificatasi la notte dello scorso 16 marzo in un'abitazione sita nel popolare "Rione Palme" di questo centro, in danno di un
pregiudicato, ex sorvegliato speciale di P.S, della di lui moglie e dei di loro figli minori.
In quella notte, alle ore 01:00 circa, i predetti soggetti, unitamente ad altra donna indagata a piede libero, dopo aver dato fuoco e scardinato
con calci e pugni la porta di ingresso dell'appartamento, si introducevano armati di bastoni, un coltello ed un fucile ad aria compressa
all'interno dell'abitazione.
Subito il proprietario di casa veniva assalito e malmenato. In particolare, il M. S., armato del fucile ad aria compressa, esplodeva al suo
indirizzo un colpo che lo attingeva all'occhio sinistro. Nel contempo la G. M. lo colpiva ripetutamente con calci e pugni, ferendolo anche al
braccio sinistro con un coltello, coadiuvata da M. D., M. A. e C. G. che, a loro volta, lo colpivano con calci e pugni.
L'uomo riusciva a fuggire ed a rifugiarsi nelle vicinanze presso l'abitazione di un suo conoscente. Lo stesso durante la sua fuga a piedi veniva
inseguito da alcuni degli indagati a bordo di un'autovettura, riuscendo a far perdere le proprie tracce, nascondendosi all'interno di un cassonetto
dei rifiuti.
Nel frattempo, all'interno dell'abitazione, sia la moglie della parte offesa che uno dei bambini venivano percossi da G. M., M. V. e M. L., con
calci e pugni ed a colpi di bastone, mentre l'altro minore si dava alla fuga calandosi da un palo della luce prospiciente il balcone
dell'abitazione.
Soltanto l'intervento di personale di Polizia determinava gli indagati a desistere dal protrarre le proprie condotte violente e ad allontanarsi
frettolosamente dall'appartamento dei coniugi malmenati.
Il soggetto aggredito veniva condotto in ambulanza presso il locale nosocomio, ove veniva ricoverato. Lo stesso dopo alcuni giorni era trasferito
presso il reparto di Chirurgia Maxillo-facciale dell'Ospedale Civico di Palermo, ove veniva sottoposto ad intervento chirurgico necessario per
rimuovere le schegge di metallo all'interno del bulbo oculare sinistro. Ad oggi sussiste una riserva sulla possibilità di recuperare la
funzionalità dell'occhio ferito.
Per le cure del caso venivano condotti all'Ospedale S. Antonio Abate di Trapani anche la donna ed i minore aggrediti che venivano dimessi con
prognosi rispettivamente di giorni 8 e 5 s.c.
L'attività di indagine consentiva di accertare che le ragioni dell'aggressione descritta si inquadravano nello sfruttamento della
prostituzione posto in essere dalla predetta G. M., destinataria di uno dei provvedimenti restrittivi, in danno della donna malmenata.
La G. M. già da alcuni mesi, infatti, traeva provento dall'attività di meretricio condotta dalla donna presso la di lei abitazione.
Quest'ultima, in occasione della presenza in casa dei di lei figli minori (gli stessi sono solitamente affidati ad un istituto in esecuzione di un
provvedimento emesso ad hoc dal Tribunale per i Minori di Palermo), aveva deciso di interrompere l'attività di prostituzione contro il
parere della G. M. che invece non voleva rinunciare ai suoi illeciti guadagni.
Proprio per costringerla a prostituirsi la G. M. ed i suoi congiunti avevano preso a minacciare la malcapitata in una escalation di atti
intimidatori sfociata nella violenta aggressione sopra descritta.
Sono state eseguite perquisizioni domiciliari a carico dei destinatari delle misure restrittive che hanno consentito di rinvenire e sequestrare il
fucile ad aria compressa usato per l'aggressione (trovato nascosto in una fossa in un campo aperto), dei bastoni ed una balestra.
Gli arrestati sono stati associati alla Casa Circondariale di San Giuliano a disposizione del Sostituto Procuratore che coordina le indagini.