La donna, rampolla di un clan camorristico
La mattina del 19 aprile scorso presso la gioielleria Castoro sita di piazza Risorgimento veniva consumata una rapina a mano armata ad opera di due soggetti, un uomo ed una donna, che si impossessavano di circa 15 mila euro in gioielli e monili d’oro.
Nello specifico la donna, vero dominus dell’azione criminale, alle ore 09,40 circa, entrava a volto scoperto all’interno della gioielleria e dopo aver fittiziamente richiesto alcune informazioni commerciali alle addette, improvvisamente aveva estratto dalla propria borsa una pistola semi-automatica con la quale aveva minacciato le commesse e le clienti poi legate con del nastro adesivo. Contemporaneamente il suo complice, descritto come un uomo di circa 40/45 anni e travisato, aveva bloccato la porta di ingresso iniziando così il saccheggio di tutti i gioielli e oggetti di valore presenti all’interno del caveau e delle vetrine, il tutto consumato con estrema freddezza nel giro di pochi minuti.
Dalle immagini acquisite dal sistema di videosorveglianza era apparsa sin da subito evidente la particolare caratura criminale della donna che di fatto aveva manifestato una forte determinazione ed un elevato autocontrollo nonostante fosse a volto scoperto.
Tutto ciò, insieme ad altri elementi acquisiti nel corso delle successive indagini, hanno portato gli investigatori del Commissariato San Paolo ad indirizzare le ricerche dei responsabili in un contesto criminale diverso dalla locale criminalità da strada.
Infatti, approfonditi e laboriosi accertamenti hanno permesso di giungere all’identificazione della donna in VERDE Raffaella di 41 anni, rampolla emergente del clan VERDE di SANT’ANTIMO (CE), figlia del boss Domenico nonché nipote del più noto Francesco VERDE alias “IL NEGUS”, indiscusso capo dell’omonimo clan poi morto ammazzato insieme al marito della stessa donna, nell’ambito della sanguinosa guerra di camorra per il controllo del territorio che sin dagli anni ’80 ha visto contrapposti i clan camorristici dei VERDE da una parte e dei RANUCCI-PUCA, di fede cutoliana, dall’altra.
La donna, con svariati e specifici precedenti di Polizia, durante la commissione della rapina in trasferta era sottoposta - a giorni alterni – alla misura personale cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., riuscendo così di fatto ad aggirarla e renderla pertanto inefficace.
L’attività di indagine prosegue con il chiaro intento di arrivare anche all’identificazione del complice della VERDE facendo così piena luce sulla rapina e su altri eventi accaduti in questo capoluogo.