Quest'anno è stata affidato alla professionalità del fotografo Paolo Pellegrin
Un percorso lungo dodici mesi all’interno dell’universo-Polizia. È il viaggio che ci propone Paolo Pellegrin il fotografo che ha realizzato il calendario della Polizia di Stato 2020.
Oggi, alla presenza del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e del capo della Polizia Franco Gabrielli, le dodici istantanee sono state presentate al pubblico nel corso di un evento organizzato a Roma, nella Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea.
Parlando del Calendario, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha sostenuto: "Noi vogliamo rappresentarci per quello che siamo per quello che è il giusto messaggio da dare alla nostra comunità nazionale. E abbiamo scelto a volte anche degli sguardi. Abbiamo scelto due sguardi di donna intanto per sottolineare i 60 anni che le donne sono nella nostra amministrazione e abbiamo colto in quei due sguardi tutta l’essenza e l’umanità, perché, credo che un lavoro come il nostro debba avere un sostrato di umanità".
"In questo calendario il fotografo ha saputo cogliere la Polizia di Stato mentre adempie al proprio impegno quotidiano. Lo slogan Esserci sempre è verissimo perché la Polizia di Stato è sempre al nostro fianco. Se il nostro è un Paese sicuro e democratico è perché le forze di Polizia in generale ci guidano e ci proteggono ogni giorno”. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nel suo intervento durante la presentazione.
Alla presentazione, moderata dal vice direttore del Tg1 Filippo Gaudenzi, hanno preso parte il fotografo Paolo Pellegrin che ha realizzato gli scatti per il Calendario, Tiziana Faraoni, Photoeditor del settimanale “L’Espresso”, Lirio Abbate, vice direttore della Testata, Francesco Samengo presidente di Unicef Italia, l'attore Cesare Bocci, interprete del vice commissario Mimì Augello nella fiction Il commissario Montalbano ed, infine, alcuni poliziotti ritratti nelle foto, che hanno raccontato la loro esperienza vissuta spalla a spalla con Pellegrin durante il servizio.
Ospite d’eccezione è stata l’attrice Tosca d’Aquino, che nella fiction “I bastardi di Pizzofalcone” interpreta il ruolo di una poliziotta con un figlio autistico. Parte dei ricavati della vendita del calendario, infatti, vengono devoluti al “Piano Marco Valerio”, un programma di assistenza che sostiene i poliziotti che hanno figli affetti da patologie croniche particolarmente gravi.
Inoltre, dal 2001, parte dei proventi sostengono i progetti Unicef per l’infanzia nel mondo. Nel 2020 sarà dedicato al “Trentesimo anniversario della Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Dopo gli interventi sono state scoperte le dodici istantanee che costituiscono il calendario e che si caratterizzano per essere in bianco e nero, cifra stilistica che caratterizza i lavori di Paolo Pellegrin. Sono i tagli di luce o la particolarità di un’inquadratura a fare la differenza, lasciando scorgere volti, espressioni e azioni di chi è intento a svolgere una professione complessa.
Il fotoreporter, di fama internazionale, si è mosso tra Napoli e Roma e per realizzare questo progetto ha seguito la traccia delle tre parole chiave che sono il focus della nostra professione, Passione, Impegno e Servizio, e le ha tradotte nel suo linguaggio diretto ed essenziale.
La passione è l’energia motrice della missione della Polizia di Stato, la misura dell’impegno profuso verso la sicurezza e il rispetto della vita in ogni scenario, per esserci sempre. L’impegno fornisce la tenacia che ci anima nel lavorare ogni giorno con sacrificio e attenzione. È la forza che ci porta dove c’è bisogno di noi. Il servizio rappresenta il fine ultimo di ogni nostra azione, faro di una condotta volta a proteggere le comunità, lo Stato, i suoi cittadini. Senza fermarsi mai.
Quella che il fotografo ha raccontato è una polizia vera, ritratta sul campo durante situazioni reali. Il reportage rappresentata un insieme di operatori, di professionisti, che utilizzano pensiero ed intelligenza lavorando nella quotidianità in contesti difficili, complessi; situazioni e luoghi che richiedono competenze affinate nel tempo.
Ogni scatto cerca di scavare dietro i volti e i movimenti quasi a mostrare l’aspetto più profondo del “fare” il poliziotto portando alla luce le motivazioni della professione: l’etica del Servizio; la Passione e l’Impegno che animano l’agire quotidiano di ogni donna ed ogni uomo in divisa al servizio delle comunità.