Arrestati truffatori seriali che acquistavano autovetture corrispondendo assegni circolari falsi
Una complessa attività investigativa svolta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale “Piemonte e Valle d’Aosta” di Torino e coordinata dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, Dr.ssa Elisa BUFFA, ha consentito al G.I.P. del Tribunale di Torino di emettere ordinanza di misura cautelare nei confronti di 4 persone, che nel periodo gennaio - maggio 2016 si sono rese responsabili di una quindicina di truffe, legate alla compravendita di autovetture.
L’attività illecita consisteva nel prendere contatti con persone che avevano inserzionato su siti internet specializzati l’annuncio di vendita delle proprie auto. A conclusione della trattativa, a queste ultime venivano corrisposti, a pagamento dei veicoli, assegni circolari completamente falsi. Le persone colpite dal provvedimento, tutte italiane, sono le seguenti: P. B. di 67 anni, N.V.N. di 67 anni, C.F di 35 anni e G.M.M di 59. Tutti sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere.
L’attività di indagine è stata eseguita con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, attraverso l’analisi di tabulati di traffico telefonico e lo svolgimento di numerosissimi servizi di osservazione.
Gli arrestati P.B. e N.V.N., di origini piemontesi, erano coloro che si presentavano agli appuntamenti per visionare e poi acquistare le auto seguendo le direttive di C.F., vero organizzatore dell’attività illecita predetta.
Era il C.F. a prendere contatti telefonicamente con le vittime predestinate alle quali riferiva che l’auto interessava al padre anziano (P.B.) fissando gli appuntamenti. Una volta concordato il prezzo di vendita, al momento della cessione del veicolo, P.B. e N.V.N. unitamente al venditore si recavano presso le Agenzie di pratiche auto per eseguire la voltura e nell’occasione consegnavano un assegno circolare pari all’importo stabilito che successivamente risultava essere falso.
Una volta in possesso delle auto era sempre il C.F. a ricercare un potenziale acquirente e a tal fine il prezzo proposto risultava essere sempre di molto inferiore al valore di mercato proprio per consentire agli indagati di disfarsi dei veicoli nel più breve tempo possibile. Le auto “trattate” erano delle utilitarie facilmente commercializzabili quali Fiat 500 e Panda.
La G.M.M. era colei che si occupava di fornire gli assegni indispensabili per portare a termine le truffe.
Durante le perquisizioni eseguite contestualmente all’arresto presso l’abitazione della G.M.M. è stata sequestrata attrezzatura idonea per la compilazione degli assegni falsi.