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Rinnovato il protocollo sul bullismo

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In cinque anni dall’avvio del progetto, fenomeno in calo del 6%: più di 100mila gli studenti coinvolti nel ciclo d’incontri

Bulli non si nasce, ma si diventa. E per contrastare un fenomeno che esprime la presenza di un profondo disagio giovanile, ma rischia di rivelarsi l'anticamera di una vita segnata da comportamenti violenti e illegali, da diversi anni le Istituzioni e le Forze dell'Ordine piemontesi sono scese in campo coinvolgendo il mondo della scuola. Un progetto avviato nel 2007 e potenziato nel 2009, che alla luce degli importanti riscontri ottenuti proseguirà anche nel triennio 2013-2015. Il rinnovo del Protocollo d'intesa, viene siglato oggi alla presenza del Vicepresidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, insieme al vicedirettore dell'Ufficio Scolastico Regionale, Silvana Di Costanzo, al Comandante della Legione Carabinieri "Piemonte e Valle d'Aosta", Generale di Brigata, Pasquale Lavacca, e agli otto Questori del territorio: Filippo Dispenza, Questore di Alessandria, Felice La Gala, Questore di Asti, Mario Mondelli, Questore di Biella, Guglielmo Battisti, Commissario Capo della Questura di Cuneo (in rappresentanza del Questore Isabella Fusiello), Giovanni Sarlo, Questore di Novara, Aldo Faraoni, Questore di Torino, Vincenzo D'Agnano, Questore del VCO, e Gaetano Giampietro, Questore di Vercelli. Presente anche il Viceprefetto di Torino, Maurizio Gatto. Solo nell'ultimo triennio sono stati più di 100mila gli studenti piemontesi coinvolti nel ciclo di incontri organizzati con le Forze dell'Ordine per promuovere e diffondere tra i giovani la cultura della legalità e i principi alla base di una loro crescita come cittadini responsabili (327 interventi e più di 13mila studenti nell'Alessandrino, 66 interventi e quasi 6mila studenti nell'Astigiano, 229 interventi e più di 13mila studenti nel Biellese, 150 interventi e 23mila studenti nel Cuneese, 321 interventi e oltre 12mila studenti nel Novarese, più di 1900 interventi e 68mila studenti in provincia di Torino, 103 interventi e oltre 6mila studenti nel VCO e 104 interventi e quasi 7mila studenti nel Vercellese). Un lavoro che ha già portato risultati importanti: dai dati raccolti dall'Osservatorio regionale sul bullismo su un campione di circa 600 scuole (dalle materne alle superiori) emerge, infatti, che dall'avvio del progetto nel 2007 al 2011 il fenomeno ha mostrato un calo del 6,2%. Negli ultimi due anni sono partiti anche specifici incontri rivolti al personale docente per la prevenzione in classe dei comportamenti legati al disagio socio-relazionale, come il bullismo: oltre 2mila a livello regionale gli insegnanti che vi hanno preso parte fino a oggi. Il rinnovo del Protocollo d'intesa prevede la prosecuzione di queste attività per il triennio 2013-2015 attraverso gli incontri nelle scuole con le Forze dell'Ordine, durante i quali sarà distribuita anche la nuova edizione del volumetto "Bulli e Bulle? No grazie", con le due versioni rivolte una agli studenti e l'altra a insegnanti e genitori. I numeri del bullismo in Piemonte Dai dati 2011 dell'Osservatorio regionale sul bullismo la maggior parte dei casi si registra nella scuola secondaria di I grado (52,9%), seguita dalla secondaria di II grado (25,0%) dalla primaria (19,6%) e dalla scuola dell'infanzia (2,5%). Geograficamente il fenomeno in Piemonte si manifesta con valori percentuali che oscillano tra il 2,9% nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola al 46,6% nella provincia di Torino. Sul resto del territorio la percentuale dei casi dichiarati è del 9,8% nell'Alessandrino, del 4,4% nell'Astigiano, del 5,9% nel Biellese, del 16,7% nel Cuneese, del 7,8% nel Novarese e del 5,9% nel Vercellese. La manifestazione di bullismo più diffusa è quella diretta verbale, ma il 12% del campione ha segnalato anche forme di bullismo diretto e fisico, che si manifestano con atti di violenza quali per esempio il furto, la rapina o le molestie sessuali. In generale, gli atti di bullismo coinvolgono solitamente come carnefice e vittima alunni dello stesso sesso, indipendentemente da un'azione di gruppo o singola. Il fenomeno si manifesta principalmente tra i maschi, mentre tra le femmine la percentuale di "bulle" risulta limitato tra il 10 e il 20% circa.
23/11/2012

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