Il primo episodio risale alla fine di aprile, quando uomo ha chiamato il 113 dicendo che voleva farla finita e che si sarebbe gettato sotto un treno alla stazione di Terni.
La telefonata è stata raccolta dal Sovrintendente in servizio in Sala Operativa, che con professionalità e sangue freddo ha subito instaurato con l’uomo un colloquio rassicurante, invitandolo prima a sedersi al bar della stazione ferroviaria e a raccontargli i motivi del gesto che stava per compiere.
Confortato, probabilmente, dalla sensibilità di ascolto dimostrata dal poliziotto, l’uomo ha deciso di aprirsi, spiegando le motivazioni che lo avevano portato a prendere quella decisione estrema.
Nel frattempo, l’operatore avvertiva sia i colleghi della Squadra Volante che il 118, che individuato l’uomo, un cinquantenne italiano, all’interno del bar della stazione, lo soccorrevano affidandolo alle cure dei sanitari.
Il secondo episodio è di venerdì 7 maggio, quando lo stesso Sovrintendente della Polizia di Stato di Terni, finito il turno in Sala Operativa, a mezzanotte, libero dal servizio, mentre stava tornando a casa in auto, vede un uomo che oltrepassa la ringhiera di Ponte Garibaldi, pronto a gettarsi nel fiume.
Il poliziotto scende immediatamente dell’auto e riesce ad afferrare l’uomo per un braccio, urlando a gran voce ad un’auto di passaggio di fermarsi per aiutarlo.
L’automobilista si ferma ed insieme riescono a riportare l’uomo dall’altra parte della barriera, mettendolo in salvo.
Viene chiamato il 118 che si prende cura dell’uomo, un anziano che racconta, al poliziotto che lo ha salvato, di avere problemi di salute che non riesce a risolvere e che per questo aveva deciso di farla finita.
Al Sovrintendente, i complimenti del Questore Bruno Failla per la professionalità, la capacità di dialogo e la rapidità di intervento dimostrati che hanno permesso di salvare due vite umane.