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Falsi contratti per permessi di soggiorno.

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Scoperto un giro di contratti di lavoro falsi per l'ottenimeto dei permessi di soggiorno. Sette ordinanze di custodia cautelare.

Sono accusati di avere fornito a oltre una settantina di stranieri contratti di lavoro, in realtà falsi, per ottenere permessi di soggiorno in Italia in cambio di somme che andavano da a 6 mila euro i sei italiani e una straniera arrestati dalla squadra mobile di Terni nell'ambito dell'operazione "Pay work".

Le accuse contestate sono di associazione per delinquere finalizzata all'ingresso e alla permanenza in Italia, con fini di lucro, di clandestini, falso e truffa.

Secondo quanto accertato dalla Polizia, a capo della presunta organizzazione c'era una ternana di 72 anni, consulente del lavoro, che si avvaleva della collaborazione di una filippina di 55 anni, in regola con il permesso di soggiorno, residente a Roma dove lavorava alle dipendenze di un'associazione no-profit.

Queste, avvalendosi di imprenditori compiacenti in Umbria, Lazio e Puglia, fornivano falsi contratti di lavoro agli extracomunitari provenienti da Filippine, India, Bangladesh, Tunisia e Marocco che però, una volta giunti in Italia, si accorgevano di essere stati truffati.

La ternana, secondo quanto emerso dall'indagine avviata nello scorso aprile, redigeva i falsi contratti di lavoro, la filippina trovava i presunti imprenditori compiacenti i quali confermavano di volere assumere alle loro dipendenze, prevalentemente nei settori edili ed agricoli.

Tra gli imprenditori, la quadra mobile ha individuato una barista ternana di 44 anni, un allevatore di 50 anni e un piccolo impresario edile di 56, anche loro di Terni, nonché uno di Anzio di 48 anni ed un altro di Lecce di 56.

I sette sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare disposte dal gip Maurizio Santoloci su richiesta del sostituto procuratore Barbara Mazzullo. Alle due donne ternane sono stati concessi gli arresti domiciliari, la più anziana per motivi di età, la barista per avere avuto un ruolo marginale nella vicenda.

Gli altri sono stati invece rinchiusi in carcere.


19/02/2009

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