LA POLIZIA SALVA DUE DONNE UCRAINE E I RISPETTIVI FIGLI DA UNA VITA DI VIOLENZE E DI STENTI.
Nel pomeriggio di ieri, questa Squadra Mobile ha proceduto al fermo di S. A. nato in Marocco l'1.01.1973, in Italia s.f.d, nullafacente, irregolarmente soggiornante nel territorio italiano, per i reati di violenza sessuale aggravata dal rapporto di convivenza, maltrattamenti e violenza privata. Quest'Ufficio, sulla base di una segnalazione pervenuta dai competenti Servizi Sociali, rintracciava, all'interno di una roulotte parcheggiata sul lungomare di Cologna Spiaggia, due donne (madre e figlia) di nazionalità ucraina con i rispettivi bambini, le quali venivano accompagnate presso questi uffici. Da un colloquio con le stesse, che versavano in un forte stato di prostrazione, emergeva una triste storia fatta di abusi e di violenze che durava ormai da diversi anni. In particolare, la situazione precipitava quando la ragazza più giovane, per motivi lavorativi, decideva di raggiungere la madre in Italia, che a quel tempo già conviveva con l'uomo ed il loro figlioletto in un Comune di questa giurisdizione. Una volta stabilitasi con la congiunta, la giovane veniva fatta fin da subito oggetto di attenzioni morbose da parte dell'uomo, il quale, con le scuse più svariate, le impediva di andare a lavorare nonostante la ragazza avesse trovato un'occupazione in una località balneare della zona, al solo di scopo di averla sempre accanto a sé. In assenza della sua compagna, fuori casa per lavoro, l'uomo ne approfittava per toccarla nelle parti intime e per baciarla contro la sua volontà, per poi, in più occasioni, abusare sessualmente di lei, imponendole il silenzio dietro minaccia di farla ritornare in patria. A seguito delle violenze subìte la donna rimaneva incinta e veniva obbligata dall'uomo a portare avanti la gravidanza con la nascita di una bambina. Successivamente la donna rimaneva ancora incinta per due volte ma decideva di abortire, nascondendo anche alla madre le violenze subite. La giovane cadeva in stato depressivo che la portava sull'orlo del suicidio per la situazione che si era venuta a creare. L'uomo, che era solito picchiare entrambe le donne, faceva mancare loro ogni mezzo di sostentamento, spendendo tutti i soldi in bevande alcoliche di cui faceva un uso smodato. Sfrattato ogni volta dalle abitazioni, costringeva le due sfortunate ad una vita di stenti, tanto che, dopo averle obbligate ad andare ad abitare in una casa diroccata, le sistemava, da ultimo, all'interno di una roulotte fatiscente.Quest'Ufficio, dopo aver acquisito elementi di riscontro alle dichiarazioni delle vittime, rintracciava l'uomo, il quale, accompagnato in Questura, veniva sottoposto a fermo di p.g.. Le due donne ed i minori venivano affidati ad una casa-famiglia, mentre il cittadino marocchino veniva ristretto presso la casa circondariale. La tempestività dell'intervento e la stretta e fattiva collaborazione di quest'Ufficio con i Servizi Sociali, hanno permesso di porre fine alla condotta delittuosa dell'uomo.