Un giovane responsabile di violenza sessuale, è stato arrestato dalla Polizia per produzione di materiale pedo pornografico e violenza privata nei confronti di una ragazzina di 13 anni.
Le indagini, condotte dalla Sezione di Teramo del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara, sono state coordinate dal Centro Nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete internet.
Il Centro, istituito presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del Ministero dell’Interno – Dipartimento della P.S., coordina operativamente l’attività investigativa dei vari uffici territoriali della Specialità, mantiene procedure di dialogo con organizzazioni mondiali per perseguire comuni strategie di contrasto ai fenomeni di rischio della Rete ed aggiorna costantemente una black list di siti con contenuti pedopornografici collocati su macchine in territorio straniero e quindi sottratte alla diretta giurisdizione dello Stato per impedirne l’accesso dall’Italia.
I poliziotti della Polizia Postale hanno posto in essere una rapida attività d’indagine avviata a seguito della presentazione della denuncia da parte dei genitori di una preadolescente la quale, come dimostreranno le successive indagini, era stata irretita da un ventenne della provincia di Sondrio.
Il giovane, arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. Dr. GARGARELLA su richiesta del P.M. Dr.ssa Roberta D’AVOLIO, della Procura Distrettuale di l’Aquila, era entrato in contatto con la minore su un noto social network spacciandosi per un quindicenne.
Benché la piattaforma garantisse l’anonimato assoluto degli interlocutori e l’impossibilità di ricontattarsi su di essa, l’uomo carpiva immediatamente la fiducia della giovane convincendola a spostare la conversazione su altri social network dove era possibile colloquiare non solo per iscritto ma anche in audio e video.
Soggiogandola alla sua volontà in pochissimi giorni otteneva dalla ragazzina l’invio di alcuni video personali, perseverando nel suo intento criminoso nonostante la sua opposizione.
Significativo è stato l’intervento di un’amica della ragazzina, anche lei minorenne, la quale ricevendo le confidenze su quanto stava accadendo, contattava l’indagato invitandolo a porre termine alle sue riprovevoli condotte ma questi, noncurante, replicava minacciando di diffondere in rete i video già in suo possesso.
L’intervento dei genitori e l’attività investigativa svolta in un brevissimo tempo con il contributo del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni “Lombardia” e della Squadra Mobile della Questura di Sondrio, ponevano fine allo spregevole comportamento del ventenne