Nelle prime ore di oggi la Squadra Mobile di Teramo, nell’ambito di un’attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione all’ordinanza con la quale il GIP di Teramo ha applicato la misura cautelare del carcere per 6 componenti della famiglia di etnia rom residente ad Alba Adriatica all’interno della nota “Casa Rosa” ed in particolare nei confronti di 4 donne (S.P. del 1962, L.N. del 1992, B.E. del 1991 e P.F. del 2001) e di 2 uomini ( L.C. del 1957 e L.A. del 1991) e la misura cautelare del divieto di dimora in Teramo e Provincia per altri 3 uomini componenti del suddetto nucleo familiare (L.R. del 2001, L.M. del 1978 e L.W. 1982).
L’attività di indagine, avviata nel mese di settembre 2021, ha permesso di documentare che i soggetti colpiti dalla predetta misura cedevano, in maniera sistematica, in concorso morale e materiale tra loro, all’interno dell’abitazione di residenza comunemente nota come “Casa Rosa”, sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed eroina, in quantità da mezzo grammo sino a due grammi per volta, a numerosi acquirenti che quotidianamente si susseguivano, senza necessità di contatti preparatori, all’interno della predetta casa per acquistare lo stupefacente che poi, a seguito del loro controllo, effettuato a poca distanza dall’abitazione da personale della Squadra Mobile, veniva sequestrato. Le investigazioni hanno evidenziato che una larga fetta delle attività di spaccio delle sostanze stupefacenti sulla fascia costiera teramana fosse sempre più efficacemente gestita dalla predetta famiglia di rom, ben nota alle forze dell’ordine per i trascorsi criminali dei loro componenti, la cui abitazione di residenza può considerarsi un vero e proprio opificio dello spaccio essendo divenuto da molto tempo un luogo di sistematico ed ininterrotto approvvigionamento di sostanze stupefacenti con un mercato così ampio da ricomprendere non solo la Provincia di Teramo ma anche il territorio della confinante area costiera marchigiana potendo gli indagati far affidamento su quantitativi sempre maggiori di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed eroina. L’edificio denominato Casa rosa rappresentava così il simbolo di una continuativa e rassicurante offerta al pubblico di sostanze stupefacenti stabilmente incardinato nella realtà costiera abruzzese.
E’ emerso che l’embrionale struttura organizzativa del presente gruppo criminale prevede che, nella maggior parte dei casi la materiale cessione dello stupefacente in favore degli acquirenti che accedono all’interno dello stabile venga effettuata dalle donne che compongono il nucleo familiare, mentre gli uomini, oltre a cedere materialmente anche loro, in alcune occasioni, lo stupefacente, svolgono di regola una “copertura” passiva ed attiva alla pratica di spaccio, da un lato, assistendo, in atteggiamento vigile e guardingo, alle cessioni di stupefacente effettuate dalle donne evitando, in tal modo, problemi con il pagamento dello stupefacente dall’altro svolgendo, all’esterno dell’abitazione, il ruolo di “vedette” che presidiano il perimetro esterno della casa rosa. In tal modo gli stessi permettono a chi in quel momento è addetto alla cessione di lavorare in tranquillità e dall’altro consentono l’accesso nella casa solo agli acquirenti.
Questa mattina due dei soggetti (una coppia) nei confronti dei quali è stata eseguita la misura della custodia cautelare in carcere sono anche stati arrestati in flagranza di reato perché trovati in possesso di un grosso involucro contenuto all’interno di un calzino rinvenuto nell’armadio della loro camera da letto e contenente grammi 104 di sostanza stupefacente del tipo cocaina.