Recuperate tre tonnellate di minerale per un valore di 90.000 euro. Denunciate tre persone
Nel pomeriggio di ieri gli Agenti della Squadra Mobile hanno denunciato in stato di libertà per furto aggravato in concorso tra loro tre
persone : due tarantini rispettivamente di 44 e 37 anni e un 37enne originario della provincia barese.
I tre sono stati colti in flagrante mentre stavano trafugando a bordo di un grosso camion 3 tonnellate di "NIOBIO".
Il "NIOBIO", è un preziosissimo metallo usato come componente di leghe metalliche e di alcuni tipi di acciaio inossidabile.
L'ingente quantità di metallo costituito da piccole pietre era contenuto in tre grosse sacche di tela color bianco a loro volta custodite in
una cassa di legno.
Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile sono partite alcuni giorni orsono dopo una segnalazione di un addetto alla vigilanza dell'ILVA
che aveva notato in un piazzale all'interno dello stabilimento siderurgico l'inusuale presenza di una grossa cassa di legno.
Analizzando il contenuto e presumendo che lo stesso poteva essere oggetto di un imminente furto, gli agenti predisponevano una serie di servizi di
appostamento, supportati anche dalle moderne tecnologie di rilevamento satellitare, per risalire agli eventuali autori dell'illecito
traffico.
Dopo alcuni giorni, i poliziotti notavano che la grossa cassa veniva caricata a bordo di un camion che uscito dallo stabilimento imboccava la
SS.106.
Alcuni chilometri dopo gli agenti fermavano così il grosso mezzo e nonostante il vano tentativo del conducente del camion di sviare le
indagini, recuperavano il prezioso carico che era nascosto sul fondo del camion sotto numerosi rottami di zinco.
Le successive indagini, permettevano di accertare le responsabilità di due dipendenti ILVA, un Capo Squadra ed un Addetto al Magazzino che
avevano insieme architettato il furto del prezioso minerale e del camionista, di origini baresi, dipendente di una ditta di trasporti, che aveva
accettato dietro lauto compenso di trasportarlo.
Dopo quanto accertato le tre tonnellate di "Niobio" per un valore di circa 90.000 euro, venivano riconsegnate ai legittimi proprietari.