Dodici le persone tratte in arresto nella scorsa notte dagli Agenti della Squadra Mobile
Nella scorsa notte gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Taranto hanno dato esecuzione all'ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, a carico di: SCARCI Francesco (1952); SCARCI Giuseppe (1955); SCARCI Andrea (1954); PETRACCA Maurizio(1970); VIVIANO Salvatore (1959); MOTOLESE Piero (1969); CALIGINE Giuseppe (1963); SIBILLA Nicola (1982); SCARCI Salvatore (1991); PERNISCO Giovanni (1985); SCARCI Luciano (1985).
Si aggiungono un catturando, allo stato irreperibile, ed altre 7 persone denunciate in stato di libertà.
Tutti sono stati indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere di stampo mafioso, porto e detenzione illegale di armi ed esplosivi, estorsione, usura, intestazione fittizia di beni a fini elusivi della normativa di prevenzione antimafia e agevolazione al riciclaggio, atti di concorrenza compiuti con violenza e minaccia, pesca di frodo con l'uso di esplodenti, tutti reati commessi avvalendosi delle condizioni di appartenenza ad associazione mafiosa ed al fine di agevolarne l'attività.
Contestualmente gli Agenti hanno eseguito il sequestro preventivo di beni risultati afferenti ai patrimoni dei componenti del clan SCARCI. In particolare: lo stabilimento balneare "Lo Squalo Beach" situato in Scanzano Jonico (MT); i due chioschi bar situati nello stadio di calcio "Jacovone" di Taranto; un magazzino situato in via Cariati, a ridosso del molo della Città Vecchia, utilizzato come base per la commercializzazione di prodotti ittici; il tutto per un valore complessivo quantificabile in 200 mila euro.
I provvedimenti eseguiti concludono una complessa indagine, avviata dai poliziotti della Squadra Mobile di Taranto nel febbraio del 2009, a carico di un'autonoma organizzazione criminale facente capo a SCARCI Francesco, già condannato, nei maxiprocessi "Ellesponto", per associazione mafiosa e detenzione illegale ed importazione di cocaina, e "Cahors" ancora per associazione mafiosa, quale capo dell'omonimo clan.