Tre le persone arrestate all'alba di stamane dagli Agenti della Squadra Mobile tarantina
Tre le persone arrestate all'alba di stamane dagli Agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Taranto, in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Taranto, Dr.ssa Patrizia Todisco, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, Dr.ssa Ida Perrone.
Si tratta di GIUDETTI Antonio, tarantino di 36 anni, SEBASTIO Salvatore, tarantino di 40 anni, SCOLOZZI Francesco, messinese di 45 anni residente a Pulsano, ai quali sono stati contestati concorso in usura e tentata estorsione aggravata.
Le indagini, svolte dalla Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile, prendevano il via nell'ottobre del 2008, dopo la segnalazione di allontanamento di un uomo dal proprio domicilio, fatta dai familiari tramite la linea "113".
Immediate ricerche consentivano il rintraccio dello stesso che, in preda alla disperazione, aveva deciso di non fare rientro a casa. Il suo stato psichico era stato determinato dalle difficilissime condizioni economiche in cui lo stesso (pizzaiolo, ormai disoccupato), versava da circa un anno.
Dopo una delicata opera di persuasione, lo stesso decideva di sporgere denuncia nei confronti di un gruppo di usurai, ai quali si era rivolto - in differenti occasioni- per attendere alle normali esigenze di vita che in pochi mesi lo avevano ridotto sul lastrico. In denuncia la vittima affermava che non aveva fatto rientro a casa per timore di essere ammazzato dagli strozzini, ai quali doveva ancora consegnare circa 10.000 Euro. L'impossibilità del malcapitato di onorare le scadenze, aveva indotto gli usurai a pretendere le somme di denaro dietro la minaccia di gravi ritorsioni.
La certosina e complessa attività di indagine svolta dagli Agenti, ha portato alla ricostruzione della vicenda e all'identificazione dei tre responsabili. Tutti pregiudicati della zona, rispettivamente un pizzaiolo, un operaio ed un guardiano di imbarcazioni, avevano prestato alla vittima, in diverse occasioni, somme di denaro complessivamente ammontanti a circa 4.500 euro, ad interessi annuali variabili dal 48% al 240%, che avevano determinato in capo alla vittima, una situazione debitoria consistente in circa 10.000 euro.