Si tratta in tutto di undici persone, di cui sette tradotte in carcere e quattro sottoposte agli arresti domiciliari
Si tratta in tutto di undici persone, di cui sette tradotte in carcere e quattro sottoposte agli arresti domiciliari.
Gli Agenti della Polizia di Stato di Taranto, in collaborazione con gli Agenti delle Questure di Bologna e di Matera, ieri hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Taranto, Dr.ssa Bombina Santella, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, Dr. Pietro Argentino.
I reati contestati sono associazione per delinquere, truffa aggravata dalla rilevante gravità del danno patrimoniale e dal numero dei concorrenti, ricettazione di titoli di credito, falsità materiale, falsità in scrittura privata, sostituzione di persona, falsità ideologica, violenza privata, falsità materiale riguardante titoli di credito ed altro.
Gli indagati avevano costituito un sodalizio criminale finalizzato al compimento di truffe in danno di imprenditori operanti nell'ambito delle forniture di materiali in legno per l'edilizia e l'arredamento; nell'ambito delle forniture di attrezzature per palestre e di integratori dietetici; nell'ambito dell'abbigliamento; inoltre attraverso l'acquisto di veicoli e in danno di agenzie finanziarie.
Il modus operandi consisteva nella corresponsione alle vittime, di assegni bancari provenienti da carnet oggetto di smarrimento o furto ovvero di assegni circolari completamente contraffatti. Le vittime, 15 quelle accertate, sia tarantine che di altre province d'Italia (in particolare Pisa, Firenze, Modena, Parma, Mantova, Bergamo, Genova, Torino, Ascoli Piceno), venivano indotte a concludere i contratti attraverso l'utilizzo, talvolta, di false identità riguardanti anche asserite qualità imprenditoriali, confermate dalle rassicuranti garanzie fornite da altre persone appartenenti allo stesso sodalizio.
Nella maggior parte dei casi, i truffatori si avvalevano del loro passato di imprenditori, sfruttando la relativa notorietà negli specifici ambienti commerciali.
Complessivamente le truffe avrebbero procurato agli indagati proventi per circa 250.000 euro.