In poco meno di un mese di indagini gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti ad indentificare ed arrestare un pregiudicato tarantino di 54 anni, ritenuto l’autore di un tentato omicidio avvenuto nel pomeriggio del 19 giugno scorso.
Nel frangente, i poliziotti intervennero in via Dante angolo via Nettuno dove era stata segnalata una sparatoria. Sul posto gli investigatori accertarono, nonostante le iniziali reticenze dei presenti, che un uomo si era avvicinato ad una Renault Megane con una coppia a bordo ed aveva esploso al loro indirizzo cinque colpi di pistola.
I destinatari dell’agguato, un noto pregiudicato tarantino e la sua compagna, per fortuna riuscirono a sottrarsi al fuoco riparandosi nel portone di uno stabile vicino per poi allontanarsi sempre a bordo della loro auto.
Le immediate indagini hanno ben presto fatto emergere il contesto legato alla malavita locale nel quale era maturato l’episodio ed i pregressi litigi avvenuti in precedenza tra chi aveva sparato e l’uomo all’interno dell’auto, reale obbiettivo dell’agguato.
Come accertato dagli agenti della Squadra Mobile, già il giorno prima, all’interno del mercato Fadini, lo stesso uomo, mentre era in compagnia di un suo parente, fu ferito al braccio con una coltellata dallo stesso pregiudicato che poi avrebbe tentato di ucciderlo.
Gli ulteriori accertamenti, avvalorati anche da alcune immagini dei sistemi di video sorveglianza presenti nella zona dell’agguato di via Dante, che hanno immortalato l’autore della sparatoria, hanno dato ulteriore e definitiva conferma su quanto successo e sulle responsabilità del 54enne pregiudicato.
Nella giornata di ieri, i poliziotti hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per lesioni personale aggravate e tentato omicidio con l’aggravante di aver agito per futili motivi.
Nei giorni scorsi, anche il destinatario dell’agguato, un pregiudicato tarantino di 45 anni sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, è stato arrestato. La sospensione della misura alternativa fissata dalle Autorità competenti si è resa necessaria in considerazione della sua pericolosità sociale delle sue condotte penalmente rilevanti e per l’assoluta intolleranza alle regole dell’Autorità Giudiziaria.