Tre i reati contestati anche il porto illegale di un'arma da sparo clandestina e lo sparo di alcuni colpi
La misura cautelare richiesta dalla Procura della Repubblica di Siracusa veniva esitata dal G.I.P. del Tribunale di Siracusa con proprio provvedimento del 18/6 u.s., che disponeva nei confronti dei prefati gli arresti domiciliari, in quanto ritenuti responsabili dei sotto riportati reati: a) del delitto di cui agli artt. 61 nr. 2 - 81 - 110 c.p. - 2, 4 e 7 legge n. 895/1967 - 23 co. 3 L. nr. 110/1975, perché, in concorso tra loro, detenevano illecitamente e portavano in luogo pubblico - trasportandola sull'autovettura guidata dal ROSSITTO, fino nei pressi di una villa situata a Siracusa, C.da Tivoli, in via S. Benedetto da Norcia, di proprietà della vittima - un'arma comune da sparo clandestina. Con l'aggravante di avere commesso i fatti a fine di commettere i reati di cui alla lettera b). Fatti commessi a Siracusa il 17/5/2013. b) Dei delitti di cui agli artt. 110 - 635, c. 1 e 2 n. 1 c.p. perché, in concorso tra loro ed agendo materialmente il RUNZA, su istruzioni del ROSSITTO, danneggiavano il muro ed il portone d'ingresso della villa situata a Siracusa, C.da Tivoli, in via San Benedetto da Norcia, di proprietà della vittima, sparandovi contro alcuni colpi con l'arma da fuoco di cui al capo a). con l'aggravante di avere commesso i fatti con minaccia. Fatti commessi a Siracusa il 17/5/2013. Nel provvedimento in parola, al RUNZA ed al ROSSITTO, unitamente ad altro soggetto, segnatamente GAROFALO Sebastiano, classe 1987, viene altresì contestato il danneggiamento, mediante incendio, dell'autovettura FIAT Punto, riconducibile al medesimo nucleo familiare dei proprietari della suddetta villa di Tivoli, incendiata proprio all'interno della stessa villa, fatta oggetto dei sopra descritti colpi di pistola. Tali fatti si verificavano in data 9 maggio 2013, circa una settimana prima dell'esplosione dei colpi di pistola (ndr la misura cautelare odierna non riguarda l'incendio dell'autovettura). Nell'ambito delle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Siracusa, gli elementi più significativi per addivenire all'individuazione dei responsabili dei sopra descritti reati giungono dall'intercettazione ambientale degli indagati, i quali vengono ascoltati preparare e compiere le azioni delittuose, venendo, altresì, localizzati nel luogo ed all'ora dell'incendio, il 9 maggio 2013, e dell'esplosione dei colpi d'arma da fuoco, il successivo 17 maggio 2013, grazie alla rilevazione permessa dal dispositivo GPS collocato sulla loro autovettura. Le indagini hanno chiarito che, alla base delle due spedizioni punitive, vi erano motivi di contrasto intercorrenti fra la famiglia RUNZA e la famiglia delle vittime, connessi all'acquisto e alla ristrutturazione della villetta di via San Benedetto da Norcia, in particolare agli accordi economici fatti e, probabilmente, non rispettati. Proprio la motivazione sottesa ai delitti commessi ha indotto la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania a trasmettere gli atti, per competenza, alla Procura aretusea, una volta accertato che i reati non erano riconducibili ad estorsioni poste in essere dalla criminalità organizzata, come, in un primo momento, ipotizzato. Dopo gli adempimenti di rito, il RUNZA ed il ROSSITTO sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni per ivi rimanere ristretti agli arresti domiciliari a disposizione dell'A.G. mandante.Eseguite due ordinanze di custodia cautelare
26/06/2014