La Polizia arresta zio e nipote dediti a furti con scasso.
Il 15 aprile scorso dipendenti della filiale di Chiusi Scalo del Monte dei Paschi di Siena si accorgono che la cassa continua ubicata nell'ingresso
dell' istituto bancario è stata forzata da ignoti nel tentativo di rubarne il contenuto. Evidentemente i malviventi erano stati disturbati
da qualcuno o qualcosa ed hanno desistito dal loro intento criminoso.
Chiamati dal direttore della banca gli agenti della squadra investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza della cittadina etrusca fanno un
immediato sopralluogo con l'ausilio di operatori della polizia scientifica e accertata la manomissione acquisiscono le immagini a circuito chiuso
che hanno ripreso i ladri in azione. Sono due uomini, un giovane e l'atro, di" mezza età" che risulta subito agli occhi increduli degli
agenti di Polizia una vecchia conoscenza.
E' la vigilia dell'Epifania del 2007 e la Volante dello stesso Commissariato ferma al casello autostradale di Chiusi, in un normale posto di
controllo, un'auto a bordo della quale c'è un'intera famiglia, padre (uno dei due arrestati appunto), il figlio trentenne e la moglie,
partenopei residenti a Genova, tutti risultati pluri pregiudicati a seguito di interrogazione della banca dati del Ministero degli Interni per
furti ai danni di istituti di credito, truffe, associazione a delinquere e sottoposti da più autorità di P.S. a rimpatri con foglio
di via obbligatorio.
A bordo dell'auto fu rinvenuto copioso materiale idoneo ad eludere i sistemi di sicurezza delle casse continue di banche.
Non essendo stati colti in flagranza furono tutti denunciati e rimpatriati coattivamente ed il materiale sottoposto a sequestro, materiale che
analizzato da esperti risultava ingegnosamente costruito per gli scopi fraudolenti di cui sopra. Grazie a questa scoperta molti uffici di polizia e
carabinieri di mezza Italia scoprirono che molti episodi di forzatura di casse continue erano da addebitarsi a questa associazione criminale
formato famiglia.
Ma evidentemente troppo redditizia risultava essere questa attività criminale e pertanto la intrepida famiglia, o perlomeno il suo "capo
famiglia", ha continuato imperterrita a delinquere in questa direzione e questa volta il capostipite ha portato con se il nipote, omonimo e quasi
coetaneo del figlio.
E' stato semplice arrivare alla identificazione anche di questo nuovo volto della famiglia COZZUTO, questo il cognome della banda familiare,
poiché delusi dall'insuccesso del furto con scasso a Chiusi, l'indomani ne hanno portato a termine, con successo, altro identico nella
città umbra di Orvieto e questa volta sono caduti nelle maglie delle Forze dell'Ordine che li hanno condotti in carcere, condannati per
direttissima e foto segnalati.
Le foto segnaletiche sono state trasmesse ai poliziotti di Chiusi.
I ladri sono stati così ingenui che neanche si sono cambiati i vestiti e così sono stati riconosciuti senza alcun dubbio dagli
investigatori oltre che dai lineamenti somatici anche dagli abiti, appunto i medesimi.
Ottenuta la misura cautelare del carcere preventivo per il Capo famiglia e degli arresti domiciliari per il nipote, evidentemente alle prime armi e
pertanto incensurato, dal giudice di Montepulciano, gli agenti della Polizia chiusina hanno eseguito gli arresti in data di ieri nel napoletano per
il giovane e presso il carcere di Orvieto per il più esperto zio dove sta scontando la pena per il furto di orvieto.
Messi alle strette a zio e nipote non è restato altro che confessare.
Siena , 18 maggio 2011