Realizzata anche mediante l'impiego di trattamenti inumani e pericolosi per l'incolumità dei migranti. Eseguite dalla Squadra Mobile di Salerno 10 misure di custodia cautelare in carcere e 3 agli arresti domiciliari
Su ordine della Procura della Repubblica di Salerno - Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato (Squadra Mobile di Salerno) ha dato corso all'esecuzione di un ordinanza applicativa di misura coercitiva personale emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, con la quale è state disposta l’applicazione di n. 10 misure di custodia cautelare in carcere e 3 agli arresti domiciliari.
Alle persone raggiunte dalle suddette misure cautelari personali, tutti cittadini extracomunitari di nazionalità somala, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, realizzata anche mediante l'impiego di trattamenti inumani e pericolosi per l'incolumità dei migranti (416, co. 1, 2, 3 e 6 e c.p., 81 cpv, 110 c.p. e 12 comma 3° e 5° del Decreto Leg.vo nr. 286/1998 ).
Le indagini delegate alla Squadra Mobile di Salerno, sono state avviate all'indomani dell'approdo nel porto di Salerno, nella primavera del 2015, della nave “CHIMERA” della MARINA MERCANTILE , con a bordo 545 migranti di nazionalità somala.
Successivamente alle operazioni di sbarco, le persone soccorse nel Mar Mediterraneo da parte della nave CHIMERA, sono state ospitate presso alcuni centri di accoglienza, anche in provincia di Salerno. Approfittando di questa circostanza, gli investigatori della sezione criminalità straniera della Squadra Mobile di Salerno hanno visitato le predette strutture, assumendo informazioni da parte di alcuni migranti che riferivano fatti di vessazioni e trattamenti disumani subiti nel corso del tragitto dalle coste libiche verso l'Italia. Nell'occasione, agli investigatori salernitani non è sfuggito che alcuni migranti erano in possesso di numeri di urenze telefoniche, anche estere, da chiamare secondo le istruzioni ricevute all'imbarco dalle coste libiche.
Le successive indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, si sono avvalse anche di complesse ed articolate attività tecniche di intercettazioni telefoniche e hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all'esistenza di un sodalizio criminale dedito a commettere più delitti in materia di immigrazione clandestina di cittadini somali giunti in Italia, destinati ad essere poi trasferiti in altri Paesi dell’Unione Europea, nonché al favoreggiamento della loro permanenza nel territorio dello Stato e al successivo trasporto verso gli altri stati europei (Germania, Austria, Svezia, Belgio, Olanda, Danimarca e Norvegia).
Al vertice del sodalizio, ramificato in più parti del territorio nazionale, è stato individuato un cittadino tedesco di origine somala, KALIF Mahdi Abdisalan, attualmente dimorante in Germania, per il quale è stato richiesto, ed ottenuto, all'Autorità giudiziaria tedesca l'esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo, in corso di esecuzione contestualmente alle misure cautelari eseguite in Italia. Cruciale per il buon esito dell'operazione odierna, è stata la collaborazione tra magistratura italiana e tedesca, realizzata mediante diversi incontri preliminari in cui vi sono stati continui e progressivi scambi informativi, realizzati grazie al coordinamento della Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo e del rappresentate italiano presso EUROJUST.
La pericolosità del sodalizio si è palesata nel corso delle attività investigative sia nella professionalità ed efficienza con cui sono stati organizzati i trasferimenti di migranti dalla Libia verso l'Italia ed in direzione di altri Paesi dell'Unione Europea, sia nella capacità di movimentare ingenti somme di denaro contante, nonché, in alcuni casi, anche nella mancanza di rispetto per la dignità umana dei migranti. In particolare, nel corso delle indagini è stato accertato che alcuni migranti erano stati lasciati per tre giorni senza acqua, cibo e medicinali, nonostante alcuni di essi fossero affetti rispettivamente da scabbia e febbre alta, così come diagnosticato e refertato dall’ospedale “Vecchio Pellegrini” di Napoli.
Al vertice della compagine criminale disarticolata sono stati individuati, in Italia in stretto contatto con il predetto KALIF, anche ABDIRAHMAN ABDALLAH Anisa, MOHAMMED Shacni, BDIRAHMAN Abdinur Mohamed e SAID Shire.
Gli indagati raggiunti dai provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari di Salerno sono 13. Le operazioni di esecuzione dell’ordinanza sono ancora in corso di completamento.