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Arrestati dalla Polizia 87 affiliati a un clan, per spaccio di droga e altro

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Importante e vasta operazione di contrasto alla criminalità nel salernitano. La Polizia ha eseguito un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Salerno a carico di 87 persone

Nelle prime ore della mattinata odierna, personale della Polizia di Stato appartenente della Squadra Mobile della Questura di Salerno, del Commissariato di Battipaglia e del Servizio Centrale Operativo, coadiuvato da numerosi equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 87 affiliati ad un'organizzazione criminale - in diretto contatto con il clan Giffoni / Noschese già operante in Battipaglia - dedita al traffico ed allo spaccio di ingenti quantitativi di stupefacenti provenienti, principalmente, dall'hinterland napoletano.

L'ordinanza cautelare ha disposto anche il sequestro di una lussuosa villa e di una società commerciale, con interessi nel settore della ristorazione, nella disponibilità degli indagati.

Agli indagati sono contestati - a vario titolo - i delitti di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanza stupefacente (principalmente cocaina e hashish) che aveva monopolizzato il mercato di Battipaglia e della Piana del Sele, di associazione per delinquere di tipo camorristico, ed altro.

Le indagini hanno in primo luogo evidenziato la sussistenza di un sodalizio delinquenziale finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti guidato da Podeia Cosimo, Magliano Pierpaolo e Pastina Paolo che, con metodi propri dei sodalizi delinquenziali di tipo camorristico, aveva conquistato il monopolio sulla attività di fornitura e distribuzione della sostanza stupefacente di tipo hashish, marijuana e cocaina federando al suo interno tutti coloro che nel territorio di Battipaglia ed in comuni limitrofi svolgessero attività di spaccio, imponendosi con la forza della intimidazione e con il conseguente vincolo di omertà.

Nel corso delle indagini sono stati evidenziati i diversi interessi dell'associazione, rappresentati dalla anomala gestione degli interessi pubblici nel comune di Battipaglia (coartazione della volontà elettorale, gestione di stand pubblici per la distribuzione di fuochi di artificio, ecc.) che conferivano al gruppo una ulteriore connotazione riconducibile alla fattispecie penale di cui all'art. 416 bis del codice penale.

Le attività info - investigative svolte dalla Polizia di Stato e dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia hanno evidenziato le modalità di rifornimento della droga, a seguito di numerosi viaggi nell'hinterland napoletano, le azioni estorsive portate avanti nei confronti degli affiliati e la natura di associazione armata.

Le indagini hanno preso spunto dalle dichiarazioni di uno degli affiliati che si determinava alla collaborazione con l'Autorità Giudiziaria perché, nel mese di ottobre del 2010, si era disfatto, per paura di essere arrestato, di un enorme quantitativo di sostanza stupefacente a lui consegnato dai capi dell'organizzazione al fine di aprire una piazza di spaccio, sul modello di quelle esistenti nell'hinterland napoletano, in Battipaglia.

Questi, convinto che sarebbe stato ucciso dai capi del gruppo e avendo avuto conferma che costoro si erano recati sotto la sua abitazione armati di pistola per ucciderlo, si determinava alla collaborazione e alla relativa protezione dell'Autorità Giudiziaria.

Successivamente, si sono sviluppate attraverso numerosi servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, pedinamenti e sequestri di stupefacente ad opera del Commissariato della Polizia di Stato di Battipaglia.

Il sodalizio si riforniva di hashish, marjuana, shunk e cocaina principalmente a Marano di Napoli ed a Secondigliano mediante trasporti con staffette; in Battipaglia l'ingente quantitativo di sostanze stupefacenti veniva depositato in locali messi a disposizione dagli affiliati; il venerdì si procedeva alla riscossione di quanto gli affiliati erano riusciti ad ottenere con la vendita della precedente sostanza stupefacente acquistata generalmente a credito con tariffa fissa. Procedevano alla nuova fornitura, quindi, ai singoli affiliati che iniziavano di nuovo lo spaccio per la settimana successiva.

Con gli incassi ottenuti il gruppo procedeva a nuovi ingenti forniture nel napoletano per le successive distribuzioni sul territorio battipagliese in regime di monopolio.

Il sistema, in grado di commercializzare mediamente da 20 a 60kg di hashish e da 2 a 5 kg di cocaina al mese, consentiva ingenti guadagni allo spacciatore, ai capi dell'associazione e ai grossi fornitori che si assicuravano la vendita stabile di enormi quantitativi di sostanze stupefacenti al gruppo battipagliese che li pagava con i soldi rastrellati dai singoli spacciatori che, se non in regola con i pagamenti, venivano sistematicamente picchiati.

La stabilità delle forniture garantite dal gruppo dell'area napoletana ha permesso di attestare l'esistenza di un unico circuito associativo con il sodalizio battipagliese.

E' stata ricostruita anche la fase patologica del gruppo determinata degli arresti ed i sequestri operati fino al mese di luglio del 2012 dal Commissariato della Polizia di Stato di Battipaglia con i capi dell'organizzazione chiamati dai fornitori napoletani a restituire la somma di € 400.000, debito contratto per l'acquisito di cocaina, hashish e marijuana. In questa fase, i fornitori napoletani avevano iniziato a minacciare ripetutamente di morte gli esponenti del gruppo ed i loro familiari.

Fondamentale nella ricostruzione di tutte le vicende delittuose è stato il contributo offerto dalle dichiarazioni di alcuni affiliati, anche di livello apicale, dell'organizzazione che, proprio a seguito delle incessanti indagini svolte dalla Procura si sono determinati alla collaborazione con la giustizia.

Soprattutto grazie a tali precise e circostanziate dichiarazioni è stata individuata l'autonoma contestazione costituita - per alcuni degli indagati - dal delitto previsto dall'art. 416 bis c.p.

In particolare l'associazione di tipo camorristico si è posta i seguenti obiettivi:

- il conseguimento ed il mantenimento del controllo egemonico del territorio, realizzato attraverso la consumazione di atti intimidatori espliciti e, comunque, agendo anche simbolicamente, aventi l'obiettivo di assoggettare i destinatari, sia titolari di attività produttive di reddito lecito, sia soggetti dediti ad attività delittuose, azioni poste in essere evocando legami (effettivi) con altre affermate e pericolose organizzazioni criminali che già avevano operato sul territorio, i cui capi, benché detenuti, erano ancora influenti nella medesima area territoriale (clan GIFFONI/NOSCHESE capeggiato da GIFFONI Biagio e NOSCHESE Bruno); nonché consumando azioni di allarmante violenza fisica e di danneggiamento a mezzi e cose;

- il condizionamento del voto in sede locale, con azioni intimidatorie tese a canalizzare il voto verso PASTINA Orlando, candidato ed eletto consigliere comunale di Battipaglia nelle consultazioni amministrative del 2009;

- il condizionamento dell'attività amministrativa e di governo della città di Battipaglia;

- la ricettazione, detenzione e porto di armi da sparo finalizzata a realizzare gli scopi delle attività delittuose di cui sopra, nonché al reperimento di altre armi per potenziare la forza d'intimidazione dell'organizzazione medesima;

- il controllo e la gestione del gioco d'azzardo in genere e delle slot machine;

- il traffico di stupefacenti in forma diffusa e capillare ed il controllo sistematico di tale attività illecita sul territorio;

- il reinvestimento dei profitti illeciti in attività formalmente lecite.


29/05/2015

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