Dopo appena due giorni dall’ultimo provvedimento restrittivo emesso per reati connessi alle violenze di genere, ieri, la Sezione reati contro la persona della Squadra Mobile di Rovigo ha dato esecuzione alla misura della custodia in carcere nei confronti di un cittadino italiano residente in provincia di Rovigo per il reato di stalking.
Anche nel caso di specie, come quello trattato nei giorni scorsi, i soggetti coinvolti avevano una relazione sentimentale. Tuttavia, circa un anno fa, quando la donna decise di interrompere la loro storia, l’uomo iniziò a perseguitarla.
Numerosissime telefonate e messaggi dal contenuto minaccioso ed offensivo ove l’uomo le diceva, tra le altre cose, che avrebbe ucciso lei e i suoi familiari se non gli avesse dedicato più tempo. La donna dopo mesi di minacce, appostamenti sotto casa e pedinamenti cercò di dissuadere il suo persecutore tramite una diffida formale (ammonimento del Questore), tuttavia, neanche questo è bastato, infatti, l’uomo ha continuato imperterrito a tormentare la sua vittima fino a causarle stati di ansia e paura.
Quindi, a seguito di formale denuncia, dopo l’espletamento delle necessarie attività investigative, in considerazione dei gravi indizi di reità raccolti da questo ufficio, il PM titolare del procedimento ha richiesto è ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari idonea misura cautelare.
In particolare, al soggetto veniva notificato il divieto di avvicinamento alla p.o., nonché ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa, mantenendo, in caso di incontro casuale, una distanza di almeno 200 metri. Il provvedimento del GIP intimava inoltre di non comunicare telefonicamente e con qualsiasi altro mezzo informatico o telematico con la vittima.
Nonostante il provvedimento restrittivo in atto, l’uomo, non solo continuava nella condotta persecutoria finora descritta, ma è andato oltre: un pomeriggio di qualche giorno fa, secondo quanto ricostruito dagli investigatori sulla base delle dichiarazioni della vittima, l’uomo si è recato fuori dalla abitazione della donna che in quel momento si trovava in giardino e, mostrandole un coltello da cucina, le ha detto “ora ti faccio male”. Nel frangete la donna terrorizzata si era rifugiata in casa per chiamare aiuto mentre l’uomo, prima di dileguarsi, distruggeva il citofono dell’abitazione colpendolo con il coltello.
Sulla scorta degli ultimi gravissimi episodi il PM ha richiesto ed ottenuto l’aggravamento della misura in atto con quella della custodia cautelare in carcere, unica misura, secondo quanto sostenuto anche dal GIP, capace di evitare la reiterazione dei comportamenti criminosi, nonché, delle conseguenze ancora più gravose per la parte offesa.